Regia di Laurence Olivier vedi scheda film
La trasposizione di un’opera teatrale al cinema, con mantenimento dei dialoghi originali, rischia sempre di creare dei seri pasticci. Un’opera teatrale non può che essere vista a teatro, cioè in un ambiente dove è implicito il gesto simulato della recitazione. Al cinema, dove i personaggi vorrebbero essere reali, il fascino del teatro sfocia nel comico involontario e nella noia più mortale. Non a caso l’aggettivo “teatrale” (se usato fuori dal palcoscenico) è sempre negativo. Bisognerebbe fare come in "Luci della Ribalta", che sdoppia la realtà dalla finzione fondendo i due generi in una grande opera d’arte. Certo il teatro non è una finzione, ma al cinema proprio non funziona, giacché nessuno vive nella realtà esprimendosi con l’enfasi del personaggio. Così quest’Amleto sembra volersi porre la domanda fatale: "Sono al cinema o sono a teatro? Sono carne o sono pesce?"...
Peccato, perché si tratta comunque di un ottimo lavoro. Un lavoro che si guarda dall’inizio alla fine, con scenografie che sembrano lunghe interi chilometri. C'è perfino un po' di ritmo. Bravo Olivier.
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