Regia di Ken Loach vedi scheda film
Daniel Blake è un carpentiere con problemi cardiaci che si vede ritirare l’indennità di malattia e si ritrova in una situazione paradossale: deve dimostrare di aver cercato un lavoro, ma non può accettarlo per non perdere il sussidio di disoccupazione. Il singolo contro la burocrazia, come ai tempi di Ladybird ladybird: la differenza è che nel frattempo la burocrazia è diventata vischiosa, impalpabile, sfuggente; si viene esaminati non da un medico ma da un “professionista della sanità” (così si definisce nella prima scena), bisogna frequentare un workshop per imparare a scrivere il curriculum e si affrontano attese estenuanti al telefono ascoltando voci preregistrate e musichette sceme. Daniel è totalmente privo di abilità informatiche, ha un cellulare antidiluviano, usa addirittura le musicassette: è insomma il perfetto esemplare di carne da macello triturata da uno stato sociale che ha abdicato alla propria funzione. Loach è sempre un po’ ricattatorio, non rinuncia a espedienti da melodramma ottocentesco (la ragazza madre costretta a prostituirsi per sopravvivere, suvvia); ma, a parte certi eccessi, è un film toccante, con personaggi autentici per i quali si fa il tifo e un finale purtroppo incompiuto.
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