Regia di Ken Loach vedi scheda film
Il calvario di un uomo alle prese con la burocrazia di oggi, con la dittatura digitale che è infiltrata dappertutto. Una rete invisibile di scartoffie, firme, telefonate d'attesa infinite, inutili colloqui, ecc.ecc. Chi non sta al passo con i tempi, chi non si aggiorna, chi non è veloce resta fuori, il tempo scade. Di una ironia amatissima, il film parla di noi ( o almeno una parte di noi), diretto e preciso. Un cazzotto ai denti, duro e potente. Non scade e non scende in inutili piagnistei: vedi la telecamera che non indugia troppo nelle scene drammatiche e taglia, sfumando, con un nero in modo perfetto. Inoltre mi fa riflettere che a girarlo sia stato un ottantenne (!) e non un giovane di oggi. Forse, come alcune critiche rivolte al film, è una povertà superata quella che mostra Ken Loach? È il solito lamento di un anziano? Alcuni hanno scritto che Loach gira sempre lo stesso film ... Allora sono fortunato, di lui avrò visto solo una manciata di titoli e questo è un gran bel film, "né più né meno".
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