Regia di Ken Loach vedi scheda film
Forse non un grande film ma un film importante, che in definitiva parla un linguaggio universale.
Questo ennesimo film di denuncia di Ken Loach è piaciuto molto in giro (vinse anche a Cannes) ma secondo me in realtà è sì un film importante ma che si perde un po’. Dato che tutto è teso a una dimostrazione, si perde di vista che c’è anche un film da fare; non dico che alla fine ne viene fuori un documentario ma come opera artistica io sono solo per un 7, e basta, mentre come opera di denuncia è una figata, senza dubbio. Il protagonista, un ometto semplice, ha un infarto e per un po’ deve lasciare il lavoro (è un carpentiere molto bravo, e non solo). Non ha reddito, nel frattempo, e chiede l’indennità di malattia, nel civilissimo Regno Unito…che gli viene incredibilmente negata. Fa ricorso, chiaro, ma l’istituzione inglese (molto peggio di quella italiana, perché non solo là gli uffici di collocamento sono totalmente inutili, come da noi, ma Ken Loach vuole anche dirci che sono dannosi), dicevo che l’istituzione non ha dei tempi da rispettare, per il ricorso, e intanto il nostro personaggio da un lato non ha l’indennità, dall’altro non può lavorare o cercare un altro lavoro, perché i medici glielo proibiscono, finchè non si ristabilisce. E’ condannato insomma a impoverirsi e a perdere la dignità, vuole dirci il regista, mentre narra anche la storia di una ragazza madre con due figli che, ci insegna, lo Stato lascia assolutamente sola, mentre gli unici gesti di generosità le arrivano dai cittadini. Questa contrapposizione tra istituzioni = merda e popolo = figata sarà anche semplicistica ma in definitiva ha conferme ogni giorno un po’ in tutto il mondo. E che nel Regno Unito siano nella cacca più che da noi non è poi così consolante.
Film importante, insomma, anche se non un gran film. Come detto vinse a Cannes e fu pure uno dei maggiori successi in patria di Ken Loach, scatenò pure varie discussioni politiche, al solito sterili e senza conseguenze.
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