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Loving

Regia di Jeff Nichols vedi scheda film

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La recensione su Loving

di cheftony
7 stelle

“Now, the first step is to appeal the sentence in Caroline County. That will be our fastest route to Federal Court. The problem…”
“Federal Court?”
“Yes, the goal is to try to get the Federal Court to hear the case…”
“Excuse me, I don’t understand: Federal Court?”
“I see it as the best route…”
“Can’t you just go and speak to judge Bazile? I mean, we ain’t hurting anybody.”
“I don’t think that…”
“Well, just talk to him! Just talk to him! Just tell him if he let us back in the state… We won’t bother anybody!”
“Look, I do not think that this case will be resolved in judge Bazile’s court, or probably any other court of the state of Virginia. I believe this is a court battle that could go all the way to the Supreme Court!”

Caroline County, Virginia, 1958: Mildred Jeter (Ruth Negga), 18enne di colore di discendenze indiane, afroamericane e native americane, rivela di essere incinta al compagno Richard Loving (Joel Edgerton), lavoratore edile e appassionato di automobili da corsa. È giunto il momento per i due di sposarsi e di vivere insieme, nella fattispecie in una casa che Richard intende costruire da zero in un campo a poche centinaia di metri dalla famiglia Jeter. C’è solo un problema: Richard è bianco e i matrimoni interrazziali sono illegali in Virginia (e in altri 23 Stati). Con la piena accondiscendenza e la compagnia del padre di Mildred, i due si sposano a Washington, nel District of Columbia, e fanno immediatamente ritorno in Virginia.
Poche settimane dopo, lo sceriffo Brooks (Marton Csokas) invade la casa dei Jeter in piena notte per sorprendere Richard e Mildred nello stesso letto. Poco importa che la coppia abbia appeso il certificato di matrimonio al muro: in Virginia si tratta solo di un pezzo di carta e i due finiscono separati e in galera.
Richard viene rilasciato dopo una notte in cella, ma per qualche giorno non riesce ad ottenere la stessa sorte per la moglie, scontrandosi con il ferreo razzismo e bigottismo dei tutori dell’ordine. Una volta scarcerati entrambi, i Loving si rivolgono ad un avvocato, su consiglio del quale si proclamano colpevoli di aver infranto la legge statale contro la mescolanza razziale. Richard e Mildred vengono condannati dal giudice Leon M. Bazile ad una pena lieve, sospesa solo a patto che i due lascino lo stato del Virginia e non vi facciano ritorno insieme per 25 anni.
A malincuore, i Loving lasciano la loro terra natia, trovando accoglienza a Washington da una conoscente di Mildred. Determinati a far nascere il loro primo figlio nelle campagne del Virginia, dapprima interrompono clandestinamente il loro esilio, finendo di nuovo arrestati. In seguito, nel 1963, Mildred scrive una lettera al Procuratore generale Robert F. Kennedy, dando il via ad un lungo iter giudiziario dall'inattesa risonanza…

 

Joel Edgerton, Ruth Negga

Loving (2016): Joel Edgerton, Ruth Negga

 

“It wasn’t a political angle that I was creating or manifesting. It really simplifies the conversation about love. I think when you’re talking about marriage equality and race, people very quickly start to get into their political corners, their ideology comes to the forefront and they get into this platform argument that they’re used to making, which really doesn’t have anything to do with the day-to-day basics of what is being talked about. The Lovings are the day-to-day.” [Jeff Nichols]

 

Breve sunto del modus operandi di Jeff Nichols: impiega mesi e mesi ideando una storia originale, annota pensieri e spunti su foglietti sparsi ovunque, dai quali nascerà la sceneggiatura. Una volta terminata la scrittura, Nichols cerca finanziatori interessati al progetto, invia a prescindere lo script a Michael Shannon (talvolta senza rivelargli la presenza o meno in essa di un ruolo scritto apposta per lui), seleziona un cast composto da diversi membri della comunità locale, ricerca le ambientazioni southern più suggestive col fido Adam Stone, contatta David Wingo affinché componga uno score originale.
Se questo canovaccio ha senso e fondatezza, va detto che è andata così solo per i suoi primi tre titoli, quelli da autore emergente (ma poco visto) dell’indie americano: “Midnight Special” è stato il suo primo film prodotto da una major, la Warner Bros., che ne ha posticipato l’uscita ad inizio 2016 per ragioni di marketing e ne ha ricavato comunque un gran bel fiasco (ma il film in sé era obiettivamente un mezzo passo falso).

 

Jeff Nichols, Nick Kroll, Jon Bass

Loving (2016): Jeff Nichols, Nick Kroll, Jon Bass

 

La genesi di “Loving” si inserisce in mezzo fra la scrittura di “Midnight Special” e la sua realizzazione: qui in veste di co-produttore, l’attore inglese Colin Firth – con la benedizione di Martin Scorsese rimasto all’ombra dell’operazione – contatta Nichols perché realizzi un film basato su “The Loving Story”, un documentario di Nancy Buirski sul caso Loving v. Virginia. La decisione della Corte Suprema, datata 1967, rappresenta una svolta per diritti civili e matrimoni interrazziali negli Stati Uniti, tanto che da allora si celebra il Loving Day il 12 giugno. Lo stesso Nichols non ne sapeva nulla.
Il coinvolgimento della Corte Suprema non deve far pensare a “Loving” come un legal drama: Nichols, uomo del sud che tratta per la prima volta il tema del razzismo e dei diritti civili, decide di affrontare il materiale alla sua maniera e di non enfatizzare l’aspetto legale della vicenda relegando i suoi protagonisti in un’aula di tribunale (tant’è che questi nemmeno furono presenti alla sentenza definitiva). Il regista rimane sempre vicino ai suoi protagonisti e racconta con grande accuratezza storico – culturale un amore quieto, ricalcando la semplice quotidianità di Richard e Mildred Loving sulle foto scattate da Grey Villet (qui interpretato dall’immancabile Michael Shannon) del magazine Life. Anche per rispetto della verità storica, non poteva essere un courtroom drama, stante l’inesistente politicizzazione dei Loving e in particolar modo di Richard, un manovale redneck che voleva solo amare una donna nera nel loro Virginia, senza nuocere a nessuno e senza clamori.
Un film, dunque, imperniato sulla riproposizione della silente intimità dei componenti la coppia interrazziale e dei loro caratteri, invero assai poco cinematografici; gli attori che danno loro corpo in maniera encomiabile, peraltro, non sono statunitensi: si tratta dell’australiano Joel Edgerton e dell’etiope – irlandese Ruth Negga. Due nomi non di primissimo piano, ma interpreti molto bravi e adatti all’idea di cinema del regista.
Con “Loving” Jeff Nichols cerca sempre più di accreditarsi presso il grande pubblico e confeziona un’opera di transizione, nella quale affronta temi di ampio respiro rimanendo fermamente autoriale. È infatti un film con pochi dialoghi, nessun sensazionalismo e – per ammissione stessa del regista – senza climax di alcun genere. Tutti fattori che forse hanno contribuito all’ennesimo binomio di plauso della critica e contenuto successo di pubblico.
In questo momento, la carriera del talentuoso e ancora solo 41enne Nichols è ferma al palo: il remake di “Alien Nation” a cui stava lavorando per la 21st Century Fox (progetto davvero bizzarro e sul quale è difficile esprimere previsioni) è stato brutalmente stoppato sei mesi fa, poco dopo l’acquisizione del gruppo di Rupert Murdoch da parte della Disney. Nessuna notizia al riguardo è pervenuta nei mesi successivi. Nichols, a torto o a ragione, scalpita per dirigere un blockbuster, ma sembra non averne occasione e rischia di non dare mai la decisiva impennata alla sua interessante carriera.

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