Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film
Deluso da una donna che l'ha quasi rovinato economicamente, un nobile torna dopo anni nei possedimenti di famiglia con l'intenzione di venderli. Otterrà un'accoglienza ambivalente da parte dei contadini che lavorano per lui, ma una bella ragazza gli farà cambiare idea.
Per essere una pellicola del 1931, di certo Terra madre è disposta in scena con grande consapevolezza dei neonati mezzi del sonoro; il regista Alessandro Blasetti aveva del resto già diretto Nerone (1930), con protagonista Petrolini, emancipandosi in tal modo dal muto della sua opera prima Sole, dell'anno precedente, nonché Resurrectio, che però per motivi produttivi venne distribuito in sala solo dopo l'uscita di Terra madre. Al di là di questi pur interessanti dettagli, il film nasce da un soggetto di Camillo Apolloni e da una sceneggiatura di Blasetti e Gianni Bistolfi (così parrebbe sul web, quantomeno: nei titoli di testa non compaiono crediti di scrittura); si tratta di una storia dalla morale fin troppo scoperta con un protagonista (Sandro Salvini) che, dalla brutta strada su cui si è incamminato per assecondare le smanie di una donna dai valori effimeri (Isa Pola), sterza verso l'umiltà e la concretezza di una contadina (Leda Gloria) che gli fa capire ciò che più conta al mondo: l'onestà e l'amore (in questo ordine di importanza: siamo pur sempre negli anni della retorica fascista). Tra gli altri interpreti si possono citare anche Olga Capri, Carlo Ninchi, Franco Coop e Vasco Creti; buono il piglio narrativo, per quanto le idee non siano particolarmente fantasiose. 4/10.
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