Regia di James Wan vedi scheda film
Un buon prodotto, minato però alla base da una presa di posizione troppo credulona, da una lunghezza eccessiva e da un finale ripetitivo, visto (molto meglio) altrove.
Comincia in grande stile The conjuring 2, con i coniugi Warren mentre stanno esaminando la casa di Amityville dopo i tragici eventi che hanno messo in fuga i coniugi Lutz. Ispirato a fatti che si dicono essere reali (ma sia concesso il più che lecito dubbio allo spettatore) il talentuoso Wan dirige un film che è in perfetta sintonia con il predecessore: qui ci si sposta in Inghilterra, ad Enfield per trattare in chiave molto fantastica una vicenda dai contorni poco definiti, sfruttata dalla mai sazia cronaca mediatica e anche dalla SPR, la prestigiosa società per la ricerca psichica.
Sorvolando sugli eventi della oscura vicenda, che può essere analizzata altrove per chi ne fosse interessato, restiamo nel merito del divertissement garantito da una produzione cinematografica sostanziosa, in grado di assicurare al cast tecnico e al regista una imponente dotazione di mezzi.
Effetti speciali dunque di alta qualità, al servizio di una regia originale e stravagante che offre molte dissolvenze inusuali, tipo quella -stupenda- con passaggio dalla stanza da letto di notte al soggiorno nel mattino.
E Wan ha un buon senso della tensione riuscendo a garantire almeno un'ora abbondante di puro terrore, con spaventosi momenti di agghiacciante effetto visivo (efficace e significativa l'apparizione di crooked man, l'uomo storto, solo forse un po' troppo breve).
Purtroppo subentrano i limiti da metà film in poi...
Primo, e fuor di dubbio, cade il necessario stato di "sospensione della incredulità" perché dopo uno -massimo due- eventi di questo spessore non esiste persona (figurarsi famiglia) così incosciente che scelga di restare tra quelle mura un solo secondo in più: e invece i nostri protagonisti stanno giorni, settimane e mesi in compagnia delle spettrali manifestazioni. E quando arrivano gli esperti (i coniugi Warren e lo studioso della SPR Grosse) si sprecano i cliché e i deja-vu con un finale pirotecnico ad effetto altamente dannoso su un film già aggravato da un ritmo arenatosi a causa del metraggio eccessivo (130 minuti!). Da stendere un velo pietoso su come la medium Lorraine libera la dimora dalla presenza demoniaca, nonché su come venga tratteggiata la posizione della Chiesa che - nello specifico - si affida a due investigatori paranormali. E pensare che sul set sono stati ospitati, per idonea consulenza, alcuni dei personaggi ai quali il film si ispira (la piccola, all'epoca dei fatti, Janet Hodgson e Lorraine Warren). Peccato, perché non si può negare che ci si trovi di fronte ad un buon prodotto: ma è la sintesi qui a mancare, nonché una cieca e ridicola presa di posizione a favore della veridicità di eventi che sono invece ben lontano dall'essere stati appurati...
Curiosità: l'anno prima (2015) era stata realizzata una miniserie televisiva in tre episodi (da noi trasmessa in due parti in Tv come Enfield: oscure presenze) ispirata al libro di Guy Playfair, personaggio inserito anche nel telefilm.
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