Regia di Gavin O'Connor vedi scheda film
Christian Wolff è un contabile abilissimo con i numeri e, in segreto, collabora con diverse losche organizzazioni per risolvere i loro problemi di traffico di denaro: in più, all'occorrenza, Wolff rivela un inusitato talento di killer professionista, attentissimo a coprire i propri movimenti, e abile nel centrare i propri obiettivi. Ne conosciamo il passato, segnato dalla sindrome di Asperger ( problema che ha attinenze con l'autismo, ma non compromette le funzioni cerebrali, seppure porti a comportamenti ossessivi e rituali), l'abbandono della madre e la crescita con il padre, ufficiale, che ai figli ha insegnato che la vita è una battaglia e bisogna difendersi da tutti. "The accountant" è un thriller che ha scene d'azione molto ben costruite, che si discosta da molti lavori analoghi, puntando parecchio sulla psicologia dei personaggi e su come si relazionano tra loro, giocando bene un paio di colpi di scena. Certo, ha qualche tocco di inverosimiglianza, soprattutto nel crescente "body count" finale ( la somma dei morti ammazzati), ma è un film lungo più di due ore che avvince e si prende la briga di non disperdere via via snodi narrativi, e funzionalità dei personaggi. Ben Affleck, alle prese con un personaggio che cova sotto pelle, trattenendoli, tutti gli impulsi emotivi, è in una delle sue migliori prove da attore, ma occhio a Jon Bernthal, che sta diventando un interprete con opportunità sempre maggiori, da "Fury" in poi. In Italia non ha avuto gran successo, ma questo è uno dei migliori thriller della stagione cinematografica.
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