Regia di Gavin O'Connor vedi scheda film
L'aggressività, se correttamente diretta, supplisce a molte carenze.
Cos'hanno in comune quel ragazzino autistico, oggetto di bullismo scolastico, insicuro e impaurito, e quel contabile che introduce sapientemente i suoi clienti tra le pieghe delle leggi fiscali, ma soprattutto nei ritagli di tempo intrattiene contatti con i più pericolosi boss della malavita internazionale?
Se è vero che non è quasi mai possibile viaggiare fra le pieghe della mente degli individui cosiddetti normali, figuriamoci quando parliamo di soggetti diversamente abili, con tutti i possibili schemi alternativi in loro presenti. Eppure tutti noi abbiamo bisogno delle stesse cose: di essere capiti, di amare ed essere amati, di avere fiducia nelle nostre capacità e di vedere una sorta di armonia nel mondo.
Quando il protagonista, stimolato da un padre militare condizionato a dividere il mondo fra buoni e cattivi, si allena a diventare uno dei buoni contro i cattivi, forte di capacità matematiche, di tolleranza al dolore e di chissà quali altre capacità nascoste dietro uno sguardo che non cerca il contatto visivo, ecco che la miscela esplode e la storia viene pervasa da scene di azione inaspettate.
In una società come la nostra in cui il diverso è guardato sempre con grande diffidenza, non si deve commettere l'errore di credere che tutti gli autistici siano supereroi, ma neanche che siano sempre e solo malati da internare. Il film, fiction a parte, contribuisce a diffondere anche questo messaggio.
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