Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Un contendente importante nella corsa agli Oscar. Uno dei migliori film di Eastwood, con uno straordinario Tom Hanks. Da non perdere, assolutamente.
"C'è qualcosa che, se potesse tornare indietro, farebbe in modo diverso?"
"Sì, lo rifarei a luglio"
(Jeff Skiles/Aaron Eckhart)
Con questa frase ironica si conclude la vicenda, incredibile quanto ormai nota, che ha coinvolto lo sfortunato volo Us Airways 1549, costretto ad un disperato ammaraggio (conclusosi senza vittime) sul fiume Hudson a causa di un impatto con uno stormo di uccelli che distrusse entrambi i motori del velivolo.
Clamorosa poi la vicenda di cui è stato protagonista il capitano Sullenberger, "Sully", celebrato come un eroe dall'opinione pubblica ma sottoposto a processo dalla sua azienda, che affermava che avrebbe potuto evitare l'ammaraggio (e così la distruzione dell'aeroplano) in quanto un motore garantiva ancora una spinta sufficiente per dirigersi verso l'areoporto più vicino.
Clint Eastowood ha scelto di prendere in mano la storia, piazzare Tom Hanks in cabina di comando e narrare il tutto. Nomi che suonano già come garanzie, che tengono alte le attese e che sollevano l'asticella della qualità pretesa.
Il buon vecchio Clint non ci ha traditi. Anzi, ha creato quello che in fin dei conti è uno dei suoi film migliori.
Già dal primo impatto con la pellicola si percepisce una buona senzasazione di solidità e un odore di "ben fatto" piuttosto raro con il cinema recente.
Innanzitutto, il personaggio principale. Il capitano Sullenberger "Sully".
L'interpretazione magnifica di Tom Hanks, capace di superare se stesso adattandosi ad una figura e personalità complessa da ricreare quale quella del capitano è davvero memorabile. La pacatezza, l'onestà, la tranquillità. Il buonsenso, la bontà, il sacrificio. Il coraggio. Ecco cosa emerge dalla rilettura eastwoodiana di Sully. E chi accusa Hanks di avere tenuto un profilo troppo basso con un deficit di carisma, credo che non abbia compreso bene la grandezza della scrittura di un uomo complesso e reale, umano.
La prova attoriale di Hanks resta in bilico tra profilo troppo basso ed eccezionale elevatezza, mostrando solo alla fine che era tutto calcolato, tutto perfettamente soppesato in un quadro definito nei minimi dettagli con attenzione e competenza.
Regista e sceneggiatori sono riusciti a narrare la storia, grazie anche ad un intreccio ben riuscito, in maniera nuova e interessante, con un taglio innovativo ed emozionante, ma al tempo stesso professionale ed obiettivo.
Non sono caduti in banalizzazioni inopportune e nemmeno in facili elogi, facendo al tempo stesso trasparire il loro punto di vista senza dubbio alcuno.
L'emozione nasce spontanea nel cuore dello spettatore, e non è forzata come in certe pellicole che scadono nella banalità e nella semplificazione.
Il dramma di un uomo giusto non finisce facilmente. I giusti, a volte, non vengono ricompensati delle azioni coraggiose ma vengono beffati dalle conseguenze clamorose, dettate dal denaro e dalla corruzione morale del mondo d'oggi.
E per narrarlo, non c'è niente di meglio di una storia vera. Una storia spettacolare, conclusasi bene, pericolosa prima e dopo. Incredibilmente credibile.
Questo film è un po' come i gelidi occhi azzurri di Eastwood nei film di Sergio Leone, accompagnati dalle note di Ennio Morricone.
Freddi, appunto.
Memorabili, senza dubbio.
E alzi la mano chi non si è emozionato nel vederli.
"Prima o poi arriva l'ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare; ma bisogna prenderla, perché è giusta."
Martin Luther King
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