Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
È piuttosto nota la difficoltà in cui un regista incappa quando si trova a raccontare fatti di cronaca realmente accaduti. Tra la necessità di rendere veritiero il racconto e somiglianti i protagonisti si insinua l'idea, già piuttosto chiara, che lo spettatore ha di ciò che andrà a vedere. Clint Eastwood, noto anche per la sua meticolosità, riesce ad essere preciso e relativamente razionale, limitandosi alla cronaca ed estrapolando gli effetti emotivi, fatto salvo per il protagonista angosciato dal senso di colpa indotto. Un compito ben svolto, fin troppo preciso per essere solo una pellicola che, grazie alla bravura del sempre istrionico Tom Hanks, più giovane e in carne del capitano Sullenberger ma comunque credibile, riesce anche ad emozionare. Il resto, come dicevo sopra, si limita ad essere cronaca nota e fin troppo raccontata, leggermente romanzata ma non troppo intima da renderla indimenticabile. Ottima la fotografia, sempre cupa e fredda, tranne nel finale liberatorio e riabilitante. Nei titoli di coda tutti i centocinquantacinque passeggeri, intorno al relitto del velivolo, sorridenti e devoti a quel capitano baffuto responsabile del “miracolo sull'Hudson” unico nella storia, unico da essere cinematografico e dall'happy ending attestato e desiderato per tutta la durata.
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