Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Un altro bel ritratto nella galleria di uomini eastwoodiani.
E’ talmente privo di epos il nostro mondo attuale, che quando abbiamo davanti ai nostri occhi un eroe vero, in carne e ossa, la prima cosa che facciamo è cercare di demistificarlo e trascinarlo nel piattume generale. La storia dell'ammaraggio di un aereo nel fiume Hudson da parte del pilota Sullenberger, detto Sully, è notissima. Meno noto è forse il dopo, ovvero l’inchiesta cui fu sottoposto il pilota, reo secondo gli inquirenti di essersi preso un rischio inutile. L’azione di Sully viene vivisezionata nei minimi particolari, dai computer come dallo stesso Clint, che riprende più volte l’episodio, da vari punti di vista, al solito nel suo stile secco e asciutto, e la conclusione finale è che i computer, nelle loro innumerevoli simulazioni, hanno preso anche innumerevoli cantonate, mentre Sully, in 208 secondi, ha preso la decisione giusta. C’è sempre l’uomo al centro del cinema di Clint Eastwood, l’uomo semplice, l’uomo d’azione, immerso nella Realtà, portatore di virili valori, il Padre, la figura che vanamente i femminismi moderni tentano di demolire. Un monumento immortale che Clint contrappone all’uomo da poltrona, all’uomo d’estrogeni, al travet, che conciona grigiamente, impiegatiziamente, sopra l’operato dell’uomo d’azione – l’uomo d’arme, il giustiziere solitario, il pilota d’aereo – probabilmente maledicendo, in cuor suo, la propria condizione plafonata nell’orrore assoluto della mediocrità postmoderna. Ecco quindi l’opzione in più della macchina, e più in senso lato della Scienza, che assurge a vettore verso un’illusoria e lisergica condizione di superiorità, intellettiva, e, come si è recentemente osservato, pure morale. Ma la macchina, e ancora di più l’uomo-macchina, incarnato nel film dai patetici piloti impegnati nelle simulazioni di volo, soccombono sempre contro l’Uomo, un po’ come l’uomo con la pistola contro l’uomo con il fucile. In un mondo di mezzi uomini e di falsi uomini, una parentesi si spera transitoria, ci rimarranno sempre i Sully. E Clint Eastwood.
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