Regia di David Yates vedi scheda film
La Rowling, dopo aver cercato di affrancarsi dal maghetto che l’ha resa ricca ed essersi resa conto che le uova d’oro non escono dal didietro di qualsiasi gallina, ritorna in prossimità del luogo del crimine con il Potter ancora caldo (specie cinematograficamente parlando), però, e qui sta l’astuzia dell’autrice, continuando ad aggiornare l’immaginario proposto alla crescita anagrafica del suo pubblico. Ormai i bimbi di un tempo sono grandi e non prendono più sul serio la magia; ecco che quindi il nuovo mago non è più una loro propagazione fantastica, bensì diventa quella dell’autrice stessa. E’ lei che porta con sé il sogno, è lei a scrivere “Bestie fantastiche e dove trovarle” (quello del libro nel libro con lo stesso titolo è un escamotage inflazionato già ai tempi della Storia infinita). Al lettore resta il ruolo del “babbano”, dell’umano che di eccezionale ha solo la propria “umanità” e che viene generosamente accolto nell’altro-mondo dall’autore in quanto lo trova (economicamente) simpatico, per poi ricacciarlo inevitabilmente fuori dal paese delle meraviglie alla fine (in fondo esplicitando quel che succede con la lettura di ogni libro).
Il problema della riduzione cinematografica sta proprio nell’assenza dell’incanto: gli effetti speciali e i mezzi ci sono, però la storia si sviluppa in modo caotico e soprattutto senza riuscire a essere mai coinvolgente, affastellando scene d’azione in una frenesia continua di sconsolante piattezza. Non aiuta a risollevare la baracca il cast: se Dan Fogler funziona grazie alla sua fisicità impacciata e alla sua espressione da “bambino davanti alla vetrina di un negozio di giocattoli”, Katherine Waterston si rivela un personaggio oltre l’inutile messo lì unicamente per il rispetto delle quote rosa.
Ma è Eddie Redmayne a rivelarsi il vero manico difettoso: non basta avere un aspetto sfigato da dottor who di serie c e un campionario esasperante di faccette per saper recitare, tant’è che quando si tratta di affrontare passaggi emotivamente più profondi fallisce miseramente.
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