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Regia di Sara Forestier vedi scheda film

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La recensione su M

di alan smithee
5 stelle

Sara Forestier, Redouanne Harjane

M (2017): Sara Forestier, Redouanne Harjane

VENEZIA 74 - GIORNATE DEGLI AUTORI 

La diciannovenne maturanda Lila è una ragazza colta ed intelligente affetta da una grave forma di balbuzie che le rende pressoché impossibile completare verbalmente una frase, indebolita ancor più da una pressione psicologica ed una timidezza che la bloccano ulteriormente, costringendola a comunicare con l'esterno tramite messaggi scritti su un taccuino.

Un giorno per caso un teppistello corridore in corse d'auto clandestine di nome Mo, la interpella ad una fermata di bus per domandare una informazione e, rimasto colpito dalla bellezza fresca e pudica della giovane, oltre che dal suo insolitamente acuto handicap, non tarda a manifestare il suo interesse, peraltro ricambiato - a suo modo - da Lila.

Si scoprirà che pure il ragazzo soffre di difficoltà di comunicazione con l'esterno, ma di natura differente e speculare a quella della giovane, la cui origine è saggio non rivelare in questa sede.

Succederà un po' di tutto, tra tentativi di collaborazione tra i due, di gestione ognuno delle proprie problematiche familiari, e delle tensioni che rendono i due ragazzi come due persone afflitte da problemi che li limitano nei confronti di una società spesso inflessibile e poco accondiscendente.

L'esordio in regia della brava attrice Sara Forestier avviene con una pellicola a sfondo sociale in cui l'attrice si prodiga a risultare credibile (riuscendoci bene) ad interpretare una ragazza di quasi la metà dei suoi attuali anni reali. Purtroppo il film non è esente da ingenuità o accumuli di situazioni-limite che sfiorano la scarsa plausibilità (difficile per il ragazzo essere così inserito in società con un handicap così limitante come il suo!) o addirittura il kitch ( la famiglia squinternata di Lila col padre sin troppo anziano per avere, oltre a lei, una figlia lolita e maliziosa di soli 6 anni); per non parlare delle locations: la casa sopra un ponte di lei con un ingresso clandestino dalla finestra che è tutto un programma (sembra tratto da Petee Pan) e quella di lui in un autobus londinese a due piani adattato a roulotte in un parcheggio abbandonato.

Ma l'impegno e pure una certa dose di coraggio, oltre che di determinazione, da parte della neo-regista ed attrice si vedono e le si devono riconoscere a tutti gli effetti. 

 

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