Regia di Stéphane Brizé vedi scheda film
A dirigere Una vita, une vie è Stéphané Brizé, regista, sceneggiatore e attore francese, nato a Rennes nel 1968. Dopo un diploma universitario in elettrotecnica all'università di Valenciennes, ha la possibilità di accedere a uno stage presso l'emittente televisiva France 3 Rennes, dove inizia a interessarsi alla messa in scena prima televisiva e poi teatrale. La sua prima esperienza dietro la macchina da presa risale al 1993, anno in cui realizza un primo cortometraggio premiato al Festival de Cognac, mentre il suo primo lungometraggio arriva nel 1999 quando firma La Bleu des villes, facendosi notare nel circuito festivaliero e iniziando una florida collaborazione con la sceneggiatrice Florence Vignon. Insieme i due firmano anche Mademoiselle Chambon e Quelques heures de printemps. Il nome di Brizé salta agli occhi dello star system globale quando nel 2015 presenta a Cannes La legge del mercato, che vale la Palma come miglior attore a Vincent Lindon. Una vita, suo settimo lungometraggio, trova invece accoglienza in concorso al Festival di Venezia 2016.
Protagonista di Una vita, une vie nei panni di Jeanne è Judith Chemla, attrice, cantante e pianista francese, entrata a far parte della Comédie-Française nel 2007. Scelta in passato da autori come Tavernier, Salvadori, Lvovsky e Techiné, la Chemla ha ottenuto la parte dopo un normalissimo provino, come conferma Brizé: "L'ho conosciuta nella più tradizionale delle maniere: a un provino. Non credo nell'idea di un personaggio ma credo in una persona. E sapevo di aver bisogno di dovere catturare anche il legame singolare di questa persona con il mondo circostante. Judith non è Jeanne ma ha un legame estremamente intenso con tutto ciò che la circonda. Vede ciò che altri non sanno più vedere e sente ciò che gli altri non osano più sentire. Cerca costantemente di essere vera e ciò la rende una persona eccezionale prima che un'attrice immensa, in grado di esplorare ogni angolo del mondo ma anche ogni anfratto della mente umana".
I genitori di Jeanne, il barone Simon-Jacques e la baronessa Adélaide, hanno il volto rispettivamente di Jean-Pierre Darroussin e Yolande Moreau, volti simbolo del cinema francese. La loro scelta è sottolineata dalle parole di Brizé: "Avevo bisogno di qualcuno che potesse creare una coppia credibile e armoniosa. La personalità di Jeanne è frutto della relazione tra i genitori. Il padre è un uomo di terra, che si prende cura del suo giardino, mentre la madre si rifugia nei ricordi. Entrambi hanno la testa tra le nuvole e sono delicati e poetici. Sono loro che poi influenzano la scelta di Jeanne di sposarsi: l'influenza della madre e la codardia del padre, sostenitore della filosofia di Rousseau, sono alla base dei sensi di colpa di Jeanne. Non mi interessava più di tanto sottolineare la condizione delle donne nel XIX secolo perché tali temi sono universali e senza tempo".
Completano poi il cast principale di Una vita, une vie gli attori Swann Arlaud (è Julien, il visconte che dopo aver sposato Jeanne dimostra la sua viltà d'animo e il suo egoismo), Nina Meurisse (è Rosalie, la cameriera di Jeanne con cui Julien mette in atto il suo primo tradimento e la cui figura torna prepotentemente nel finale), Finnegan Oldfield (è Paul, l'unico figlio di Jeanne il cui comportamento porta la donna sull'orlo del tracollo economico) e Alain Beigel e Clotilde Hesme (sono i coniugi Gilberte e Georges de Fourville).