Regia di Olivier Assayas vedi scheda film
Un film di una snervante piattezza. Conforme alla più banale e tranquillizzante cinematografia da salotto. Da gustare abbinato a una tisana soporifera, essendo in grado così di garantire sogni dorati e beati.
Impiegata nell'ambiente dell'alta moda, Maureen (la sensuale Kristen Stewart) si trasferisce dall'America a Parigi. Accetta di buon grado l'incarico di personal shopper per conto di una famosa stilista, perché vuole frequentare gli stessi posti in cui ha vissuto il fratello gemello, deceduto in giovane età per una malformazione cardiaca. Maureen, così come lo era il fratello, è dotata di un sesto senso e vuole trovare una prova che possa dare risposta ad un patto stipulato da piccoli: il primo che sarebbe morto avrebbe dato un segno... dall'Aldilà.
"Presenze invisibili sono sempre intorno a noi. Se sono spiriti o no... non lo so." (Parlando, Maureen dimostra come l'incertezza -al limite del contraddittorio- del regista si rifletta, ampiamente, nei dialoghi)
Originale. No, eh? E dire che Olivier Assayas non è uno sprovveduto, e ha già una nutrita filmografia quando realizza questo Personal shopper. Che è anche frutto di una sua sceneggiatura, che in questo caso fa ben rima con fregatura. Quando la banalità regna sovrana a livello narrativo, ci si aspetta qualche trovata di messa in scena. Una regia dinamica, qualche effetto speciale, un twist che dia senso a 105 minuti spesi (male) nella visione. E invece nulla di tutto questo, anzi: la piattezza del girato ricorda più lo stile di regia adottato per la tremillesima puntata di un serial tv (della noia che fu) tipo Beautiful; gli effetti speciali si riassumono in due svapate di fumo (in pessima CGI peraltro); e le svolte ci sono certo, in un finale che nega il senso (e la collocazione di genere) del film. Gli sfibranti messaggini con l'anonimo via whatsapp (più banali che mai) si dilungano all'inverosimile. Simboleggiano forse un moderno metodo di interazione con l'Aldilà? Un aggiornamento tipo Victor Hugo 2.0 (meglio 2.016)? Macché, anche qui nulla di più prosaico. E tutti i bei discorsi sullo spiritismo? Sulla comunicazione con i defunti? "C'è qualcuno qui? Per dire sì batti un colpo... e (il massimo della scemenza) per dire no battine due". Ma abbiamo capito bene? Sì, il medium dice proprio così. Allora caro Assayas, se ci privi di fantasmi, di brividi, di credibilità... se il girato -fiacco come una telenovela brasiliana pomeridiana- si limita a uno sfacciato promo (più o meno sublimen) per cellulari modello I-phone e/o laptop tipo Mac; se il tutto si riduce ad un palloso irrisolto drammone sulla mancata elaborazione del lutto... perché girare un horror? Un horror forse solo perché cita le gemelle Fox, la tiptologia e i presunti dialoghi con l'Aldilà di Victor Hugo? Ma il film è meno moderno di un lavoro di Friedrich Murnau, di Paul Leni o, per stare in patria, di Georges Méliès: ovvero risulta meno innovativo, più lento, noioso e banale di un film muto, in bianco e nero, degli anni '20... ovvero d'oltre un Secolo fa'. Personal shopper però, a suo modo, rappresenta almeno un mistero: nell'edizione 2016 del Festival di Cannes si porta a casa il premio per la migliore messa in scena. Un bel risultato. Non c'è che dire. Soprattutto un risultato obiettivo, com'è vero che Cristo è morto dal freddo!
Citazioni
Dai resoconti trascritti con la tecnica della tiptologia, attribuiti a dialoghi con uno spirito, tenuti da Victor Hugo (probabilmente sotto effetto dell'assenzio):
"La montagna è la mia tomba. Solo il respiro di Dio, salgo e scendo. Voglio il cielo e la terra vuole me. Le stelle mi tirano per i capelli e i chiodi della bara mi si aggrappano ai piedi. Le tenebre gridano giù, e i soli mi dicono alzati. Sono l'inconsolabile all'orizzonte. La sentinella notturna di innumerevoli tombe. Uno sguardo fisso sui teschi vuoti. Sono un istigatore di brutti sogni."
"Sono folgore ma puoi vedermi solo a certe ore. Mi alzo e mi corico. Le anime hanno le loro leggi, come gli astri. Funzionano come i pianeti. Ci sono le anime fisse e le anime vagabonde. Il cielo che le aspetti, il sole e le anime, la notte e la morte, l'irraggiamento e la resurrezione. Metà della notte possiede le ali dell'eternità, l'altra metà le ali dell'intensità."
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