La recensione su Pioggia di ricordi

di steno79

9 stelle

Ho approfittato della distribuzione in sala per vedere finalmente questo "Pioggia di ricordi" del grande animatore giapponese Isao Takahata, di cui avevo visto in passato gli ugualmente belli "Una tomba per le lucciole" e "La storia della principessa splendente", che considero un capolavoro assoluto.

"Pioggia di ricordi" è un lungometraggio animato insolito, ambizioso, una produzione dello Studio Ghibli che in Giappone fu un campione di incassi nel 1991, e questo ci fa piacere saperlo, la storia di una ragazza di 27 anni, Taeko, che decide di fare una vacanza in una zona di campagna ma è continuamente assalita dai ricordi di sé stessa bambina, a 10 anni, dalla vita familiare con i genitori e le sorelle alla prima cotta all'arrivo del ciclo mestruale. Una vicenda di formazione che mette fortemente l'accento sull'importanza del ricordo nella definizione della personalità, dunque un continuo confronto fra presente e passato, resi con stili di disegno e scenografie alquanto differenti, una ricerca dal sapore inevitabilmente proustiano, una petite madeleine del cinema Ghibli che merita il plauso per la finezza del tratteggio delle figure principali, in particolare Taeko e la sua famiglia, ma anche il rustico Toshio, propugnatore dei metodi dell'agricoltura biologica di cui, un po' a sorpresa, la nostra eroina si innamora.

Un film sicuramente non per bambini, data la complessità della narrazione e dei riferimenti culturali, un'opera che conferma l'eccellenza tecnica dello studio Ghibli nei valori figurativi e nelle musiche, dunque un film davvero da non perdere per tanti motivi, forse un filino intellettuale e di presa non immediata per lo spettatore che arrivi alla visione non preparato, ma in ogni caso raffinato, sensibile e con numerose sequenze memorabili, in particolare il finale. Distribuito per pochi giorni durante questa estate in cui trionfa sui nostri schermi l'animazione della Pixar di "Inside out 2", "Pioggia di ricordi" è uno stimolo per dare il giusto valore alla figura dell'ormai scomparso Takahata, stretto collaboratore di Miyazaki, personaggio schivo ma autore estremamente personale, della cui filmografia questo film rappresenta uno dei punti più alti.

Voto 9/10

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