Regia di Paul Hyett vedi scheda film
Variante del genere a base di lupi mannari, girato su un treno in avaria, nel bel mezzo di un bosco, di notte, con il plenilunio in atto. Film diviso in due tempi, diametralmente opposti per risultato.
Il controllore Joe (Ed Speleers), dopo essersi vista respinta una domanda per ricoprire il ruolo di supervisore ferroviario, è costretto a fare doppio turno, assieme alla collega Ellen (Holly Weston). La coppia si trova così a compiere una corsa notturna su un treno espresso, diretto ad Eastborough. Nel pieno del percorso, mentre infuria un temporale, un cervo finisce sotto al convoglio obbligando il macchinista ad una brusca fermata. L'uomo, appena sceso, viene aggredito da una bestia non meglio definita, mentre sul treno si scatena il panico. Joe intuisce che la località in cui si trovano, totalmente isolata e senza copertura telefonica, è il bosco di Thornton. I passeggeri tentano di incamminarsi per raggiungere un centro abitato, muovendosi in gruppo nell'oscurità della notte, ma un impressionante ululato -e il rinvenimento del corpo sbranato del macchinista- li obbliga a risalire sui vagoni.
"Cosa abbiamo appena ucciso?"
"È un uomo ma le sue gambe, e i suoi denti, sono come quelli di un cane." (Joe in risposta alla domanda di un passeggero)
Un treno sfreccia nella notte, illuminato dal disco argenteo della luna. Quando attraversa un bosco già teatro (nel 1963) di un incidente ferroviario senza superstiti, nuvole dense di pioggia oscurano il cielo finendo per scatenare, in breve tempo, un violento fortunale. Un cervo costringe -suo malgrado- all'arresto della motrice. Alberi caduti e segnali ferroviari fuori servizio sono il problema minore, poiché nell'ombra gigantesche figure antropomorfe, fonte di agghiaccianti ululati, prendono di mira i passeggeri.
Film sull'uomo lupo ne sono stati girati parecchi e, onestamente, pochi hanno lasciato il segno. In proposito si ricorda il classico Universal datato 1941, con Claude Reins e Lon Chaney Jr, non a caso citato nel capolavoro di Landis (Un lupo mannaro americano a Londra, 1981) e il primo capitolo di una prolifica -quanto mediocre- serie che va sotto il titolo di The howling (1981). Dopo un lungo periodo di silenzio, nel giro di un lustro il sottogenere a base di licantropi ha ripreso piede tentando di percorrere strade differenti: così ritroviamo un riuscito POV (La metamorfosi del male, 2013), il curioso horror "geriatrico" Night of the wolf (2014) e l'immancabile sequel di bassa qualità (The howling reborn, 2011). Oltre, ovviamente, ad un'altra manciata di dimenticati titoli, quello che però merita più attenzione è proprio questo indipendente low budget inglese, destinato direttamente al mercato dvd.
Howl, va onestamente detto, è suddiviso in due parti, con prevalenza (per qualità, messa in scena e sviluppo) del primo magnifico tempo. Girato benissimo, con scelta di location felice (un bosco, di notte, su un treno alla deriva) e con un look delle creature a dir poco inusuale per come il comune senso ha sempre interpretato il licantropo. Gli attori, con in testa il bravissimo Ed Speleers, se la cavano alla grande e il reparto fotografia contribuisce a rendere gelida ed agghiacciante l'esperienza della visione. Finalmente poi, per quanto inquietante, il verso dei lupi mannari torna a provocare un po' di brividi lungo la schiena. Ma non sono, purtroppo, le rose senza spine così come anche questo Howl, pur restando film superiore nel filone della licantropia, presenta un cedimento improvviso da metà tempo in poi, finendo per raggiungere -a causa di una sceneggiatura in caduta libera- il livello più mediocre della media di appartenenza. I conflitti tra i passeggeri, la coraggiosa presa di posizione (e quindi di svolta) di personaggi introdotti come perdenti, e l'eccessiva quantità di creature (assai più intrigante se il numero si fosse limitato ad un paio) riducono il film a qualcosa di prevedibile e già visto e rivisto. Resta comunque qualla prima mezz'ora di grande cinema, in grado di innalzare l'esperienza della fruizione verso picchi di rara qualità audiovisiva.
Scendendo nei dettagli più meramente statistici, Howl è un horror indipendente realizzato in Inghilterra, con destinazione diretta al mercato home video. Alla regia è accreditato Paul Hyett, già attore, in anni non troppo recenti, dell'amatoriale I, zombie (1998) e con all'attivo il debutto dietro la M.d.P. nell'horror The seasoning house (2012). Un regista che sembra -a giudicare da questo lavoro- avere buone carte da giocare in questo genere. Attualmente Hyett è di nuovo sulla scena con il film -in costume- The Heretiks (2018).
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