Regia di Jean-Jacques Annaud vedi scheda film
Tratto dal famoso romanzo di Umberto Eco ecco spuntare fuori un gran bel thriller con fascino da vendere che non disdegna di strizzare l’occhiolino anche al gore e al gotico. Annaud (voto: 8+) opta coraggiosamente per una regia piuttosto dinamica che si discosta dai tradizionali film “classici” (e questo probabilmente avrà suscitato le critiche di certi media) e che si avvicina più ad un prodotto di genere, aspetto amplificato dalla scelta di ricorrere a vari espedienti propri del mondo horror (viscere animali mostrate in primo piano, cadaveri immersi in pozze di sangue ripresi con cura certosina, prete che finisce infilzato su delle punte acuminate, topi ect..). Ne deriva un film che, oltre a caratterizzarsi x una curata sceneggiatura, si segnala per un ottimo tasso di tensione misto ad un senso di inquietudine orrorifica favorita anche da scenografie decisamente sinistre (labirinti sotterranei, monasteri, biblioteche misteriose) e da aspetti esoterici che di tanto in tanto vengono citati. Ben curate le psicologie dei vari personaggi ognuno dei quali si segnala per caratteristiche piuttosto ambigue (ci sono preti perversi, preti eretici, preti ottusi, preti “macellai” che mirano solo a dare una parvenza di giustizia e via dicendo). Buonissime le prove degli attori con un Sean Connery perfettamente calato nel personaggio e un Christian Slater alla prime armi. Discrete la colonna sonora e la fotografia. In definitiva, “Il Nome della Rosa” è un film che coinvolge lo spettatore grazie soprattutto all’eccellente atmosfera misteriosa (voto: 10) che si respira dal primo all’ultimo minuto e che non avrebbe sfigurato neppure in un film horror. Mi sento quindi di consigliare la visione anche agli amanti di prodotti di genere, gli altri potrebbero trovarla un po’ eccessiva. Voto: 8.5-
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