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Il nome della rosa

Regia di Jean-Jacques Annaud vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il nome della rosa

di stanley kubrick
8 stelle

LE FIAMME COME DISTRUZIONE DI MASSA  

"Il sapere non è come la moneta, che rimane fissamente integra anche attraverso i più infami baratti: esso è piuttosto come un abito bellissimo, che si consuma attraverso l'uso e l'ostentazione. Non è così infatti il libro stesso, le cui pagine si sbriciolano, gli inchiostri e gli ori si fanno opachi, se troppe mani lo toccano?" Umberto Eco dal libro Il Nome Della Rosa  

Il romanzo di Umberto Eco è un qualcosa di indescrivibile. Scritto in maniera divina, rappresenta uno dei punti massimi (se non il) raggiunti dallo scrittore. Il film, diretto da Jean-Jacques Annaud, è sopra la sufficienza, anche perchè fedele al romanzo e, soprattutto, per averci raccontato la storia e la vita che facevano gli abati nelle abbazie a quel tempo. All'inizio, la macchina da presa di Annaud sembra timida, offre un campo lungo per cominciare a individuare le facce e le abitudini dei due personaggi principali, Guglielmo Da Baskerville e il suo novizio Adso, riprendendo in maggior frequenza il paesaggio desolato e freddo che caratterizza il nord del Belpaese. Man mano che si procede, le inquadrature diventano magistrali e maestose, degne di un grande regista. La storia è narrata molto bene, a mio avviso, anche grazie alla straordinaria interpretazione di Sean Connery, che dopo 25 anni ha sempre quel volto ferreo, che gli è servito per ottenere la parte dellìagente 007 della saga di James Bond. I predicatori che vivono all'interno dell'abbazia, nel momento dell'incontro, sembrano affetti da una sindrome sconosciuta. Occhi storti, pensiero da tutt'altra parte e nemmeno una gioia dell'arrivo dei due protagonisti che reprimo dentro la loro mente. Conoscenze difficili sono anche quelle con Salvatore, senza ombra di dubbio quello che colpisce di più lo spettatore, anche perchè fuori di testa e volto a una predicazione diversa rispetto agli altri. Il monachesimo viene espresso attraverso leggi bibliotecarie rigidissime, ovvero che soltanto l'abate e il custode della biblioteca possono avere accesso a quest'ultima. Infatti, non appena Guglielmo trova la strada per entrarci, viene colpito da una forma di sindrome di Sthendal, è talmente affascinato dalla miniera di informazioni che si possono trovare all'interno di quell'edificio che diventano, in quel momento, più importanti i libri della sua stessa vita. Qualcosa di strano sta però accadendo all'interno dell'abbazia, il compito dei due protagonisti sarà quello di scoprire il perchè di cotante persone perdono la vita a causa di avvelenamento. La ricostruzione degli eventi per verificare i fatti accaduti viene condotto con estremo acume, con estrema precisione, con estrema chiarezza di forma paroliera. Lo spettatore assiste per tutti i centotrentadue minuti che caratterizzano la pellicola in questione a una vera e propria vita da mendicante. Si siede insieme ai predicatori mentre questi ultimi mangiano, prega e si mette in ginocchio durante la messa, scrive saggi nella sala della scrittura e analizza perfino la composizione terrioriale dell'intera abbazia. Assiste persino ai ripetuti avvenimenti di decessi degli abati, e insieme ai due protagonisti, è lui che comincia a svelare eventi losche che si stanno verificando all'interno dell'edificio sacro. Dio sembra distaccato in questo momento, forse perchè crede che i suoi disciplinati non abbiano più fede e credono al Diavolo perchè si stanno verificando morti improvvise, tutte diverse ma che hanno in comune un elemento identificativo, l'inchiostro nero. La macchina definitiva di morte sembra essere la pazzia interiore che si crea dentro Salvatore, dopo che costui è stato trovato insieme a una donna appartenente al popolo dei poveri, che stava facendo qualcosa che non può essere perdonato. L'abbazia, infatti, tratta in maniera sconsiderata questi poveracci che abitano in case appartate per farceli stare tutti insieme. Il novizio Adso comincia a distaccarsi dal suo maestro e dall'intera abbazia quando si innamora e fa sesso con una donna appartenente al villaggio dei poveri. Il suo maestro lo sa, però preferisce stare zitto, per continuare a onorare questa santa predicazione. Corse continue che sembrano infinite aspettano i due protagonisti, massi che cadono da campanili per ucciderli, gente che tenta di tenere nascosta la verità per il bene intero dell'edificio, centro culturale dell'intero film. Il motivo per cui i due avventurieri si sono spinti fino ad arrivare in questa abbazia è perchè si stava tenendo una riunione tra domenicani e francescani, volta a cominciare a predicare insieme un unica religione. Ma il fatto è che questi incontri non si verificano mai, messe, cene e scritture sono gli unici eventi in cui Guglielmo e Adso possono (o forse vorrebbero) stare in mezzo agli altri predicatori. Le fiamme e il veleno sono elementi che non si contrappongono nella pellicola, entrambi sono volti a uccidere chiunque si ostini a tentare di fare un passo in avanti quando davanti c'è soltanto un burrone. Le prime uccidono tre giustiziati per condanne superiori al rogo, oltre che ad aver distrutto completamente l'intero labirinto bibliotecario che i frati possedevano all'interno di quell'abbazia, il secondo invece si serve di un libro maledetto, ma è solo un pretesto, perchè viene soltanto impregnato da anime cattive di vero veleno e, successivamente, chiunque lo sfogliasse si metteva le mani in bocca, cosicchè moriva. Questi elementi identificativi cercano, anche nel drammatico finale, di trattenere all'interno dell'edficio principale il giovane Adso, per stare accanto alla donna della sua vita. Ma i cambiamenti a livello mentale si sono evoluti dentro al novizio, che prima era spaurito, e adesso è semplicemente diventato grande. E insieme al maestro si avviano alla ricerca di altri spiriti maligni che vogliono interrompere l'attività vitale di anime innocenti. E intanto la macchina da presa di Annaud si allontana nuovamente, perchè adesso deve tornare a vigilare all'interno dell'abbazia.

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