Regia di Louis Malle vedi scheda film
“Ascenseur pour l’echafaud” segna l’esordio da regista di Louis Malle e si può tranquillamente affermare che siamo di fronte ad una delle migliori opere prime di sempre.
Julien (Maurice Ronet) e Florence (Jeanne Moreau) sono focosi amanti che decidono di eliminare il marito di lei, nonché capo di lui, per poter vivere finalmente insieme.
Il piano pare perfetto e tutto sembra filare per il verso giusto, ma una piccola dimenticanza obbliga Julien a correre ai ripari portando a conseguenze ulteriori, quanto inimmaginabili.
Infatti nel frattempo due giovani gli rubano la macchina e usando il suo nome combinano disastri per i quali la polizia cercherà appunto lo stesso Julien.
“Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi” è un proverbio che si abbina particolarmente bene a questo film che porta lo spettatore subito all’interno della vicenda con un piano omicida calibrato con destrezza e a sangue freddo.
Ma basta un particolare fuori posto, un dettaglio evitabile ed il fato subentra al desiderio scompaginando le carte in tavola, che si moltiplicano (i due giovani, l’ascensore che si blocca, la polizia sulle tracce di Julien) all’interno di una costruzione minuziosa che passa continuamente da Julien chiuso in ascensore che prova in ogni modo a fuggire, Florence che vaga solitaria nell’umida notte parigina ed infine i due ragazzi che dal basso della loro inesperienza si ficcano in guai più grandi di loro.
Così la storia, gestita e narrata con sicurezza e senza smania o concitazione (segno appunto di grande consapevolezza da parte di Malle), veleggia sempre, o quasi, alto, la rappresentazione prevalentemente cupa e notturna, fa molto noir, i personaggi sono trattati con gran cura (basta vedere gli occhi di Jeanne Moreau che aprono e chiudono il film) e la tensione è sempre palpabile quanto protagonista.
Ed il finale con poche, ma significative, sequenze mette assieme tutti i pezzi del puzzle nel modo giusto, o quanto meno corretto, chiudendo un film nel quale i novanta minuti di durata sono tutti strettamente necessari.
Da segnalare infine la vincente ed opportuna colonna sonora firmata da Miles Davis, note che s’abbinano sapientemente alle ottime atmosfere di quest’opera.
Dunque direi che miglior esordio Louis Malle non poteva avere, per un film che merita di essere visto per com’è costruito, per come è recitato e per come è confezionato.
Sapiente.
Gestisce, con calma e precisione, molto bene la storia a sua disposizione tenendo spesso col fiato sospeso anche grazie ad atmosfere, ambientali, ma anche personali, azzeccate e sempre in evoluzione.
Ottimo esordio.
Il suo indimenticabile sguardo apre e chiude il film.
Ma anche nel mezzo non passa inosservata con il suo vagare solitario per le strade parigine in disperata ricerca di risposte.
Prova di qualità, essenziale e coinvolta come una vera amante perduta.
Bravo nel rendere credibile l'ardimento del suo personaggio.
Soprattutto all'inizio si segue col fiato sospeso (ma in netta prevalenza il merito è del regista).
Il suo personaggio è un giovane che avrebbe ancora molto da imparare.
Bravo l'attore a renderlo sempre più spregiudicato nel corso del film.
Molto naturale ed ariosa, fa da contraltare al suo compagno finendo comunque soggiogata dalla sua personalità e finendo nei guai.
Ispirata.
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