Regia di Julio Medem vedi scheda film
Mai visto un film così strambo! Fra l'altro, vederlo ventisette anni dopo la sua realizzazione aumenta pure l'effetto estraniante, e devo dire che il tutto è stato molto divertente, almeno per me. La trama è di difficile esposizione, e il film di difficile catalogazione, come ha già detto giustamente marcopolo30 nella sua recensione qui su FilmTV. Forse uno psico/thriller potrebbe essere la definizione più calzante, ma non ne sono sicuro. il personaggio di Lisa/Sofia (Emme Suàrez) viene incastrato, imprigionato in un labirinto di ricordi e amnesie nel quale per lo spettatore è quasi impossibile orientarsi; tutto si fa (piacevolmente) complicato sin dalle primissime sequenze con abbondanza di dettagli, indizi, di momenti in cui non si sa a che punto ci si trovi, in quale memoria, di chi, se sia memoria o finzione.
Senza considerare che, a fianco dell’estenuante sforzo di ricucire la vita della protagonista, lo spettatore è incalzato (e stordito) anche dal vissuto di Jota e dal suo (altro che trendy!) gruppo musicale a cui si lega il suo passato amoroso, nonché da tante altre circostanze (la figura del dottore, le fantastiche trasmissioni radio notturne che dio solo sa perché con tutte le radio che ci sono oggi non esista più nulla del genere; la curiosa famigliola vicina di tenda con un serioso rampollo con presunte doti di ipnotista; un grave incidente d’auto con tanto di morti, la vita misteriosa dello Scoiattolo Rosso che esiste/non esiste, c’è-ma-non-si-vede, forse mangia gamberetti ma di sicuro tira pigne giù dagli alberi) che Medem lascia gocciolare sulla testa smarrita di chi guarda il suo film con una tempistica ed un incalzare molto riusciti.
Il volto e l’acconciatura (il primo: solo inquietante; la seconda: anche impossibile, che direi essere molto più anni ’60 che non anni ’90) di Nancho Novo, assieme a quello angelico (nel senso, è il caso di dirlo, di “luciferino”) di Emma Suàrez danno a questo film un’impronta sicuramente importante.
Vale la pena.
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