Regia di Farren Blackburn vedi scheda film
Preoccupata che i sottili elementi drammatici della sceneggiatura (per molto tempo nella famigerata blacklist di storie ritenute impossibili da filmare) sarebbero andati persi nelle mani di un regista che voleva fare "solo un altro film horror shock con un sacco di urla, grida e rumori assordanti", la sceneggiatrice Hodson ha voluto per la sua storia con al centro una forte protagonista femminile un regista esperto (con una forte visione minimalista) come il britannico Farren Blackburn, che si è fatto le ossa nel mondo delle serie televisive con titoli come Doctor Who, Luther e, soprattutto, Daredevil. In grado di superare nomi più altisonanti interessati allo script, Blackburn è rimasto da subito affascinato da Shut In - L'inganno, come lo stesso osserva: "La prima volta che ho letto la storia, ero eccitato dal fatto che ne venisse fuori un film di genere il cui grande potenziale risiede nei pochi personaggi in scena e nell'ambiente confinato. Da grande fan dei film americani degli anni Settanta con estetica europea, non ho potuto non intravedervi un richiamo a essi. In più, ha una protagonista con cui si entra subito in empatia".
A interpretare Mary Portman, una professionista un tempo felicemente sposata che si ritrova in una situazione disperata nella sua casa tra le campagne del New England, è stata chiamata l'attrice Naomi Watts, apprezzata da Blackburn sin dai tempi di Mulholland Drive di David Lynch e a suo agio nei thriller che giocano con la paura (basti pensare ai personaggi portati da lei in scena in 21 grammi, Funny Games e The Ring). La stessa attrice di originale australiana ha dichiarato: "Mi è sempre piaciuto recitare nei thriller. La paura è fonte di tante emozioni differenti, che si affollano nella mente frammentata di Mary, che consumata dalle cure da dedicare al figliastro (rimasto in stato vegetativo dopo l'incidente che ha causato anche la morte di suo padre, nonché marito di Mary) non si rapporta quasi più con nessun altro. Chiusa emotivamente, è in lotta con se stessa e gli incubi e le visioni che inizia ad avere non sono altro che un riflesso del risentimento per ciò che è diventata la sua esistenza".
Due sono i giovani attori che affiancano la Watts per i personaggi di Stephen e di Tom. Stephen, il figliastro diciottenne costretto su una sedia a rotelle a comunicare solo con gli occhi, ha il volto di Charlie Haton, un musicista britannico con poche esperienze recitative alle spalle ma noto agli amanti delle serie per il ruolo di Jonathan Byers in Stranger Things. Tom, il piccolo paziente sordo di cui Mary si prende cura e che porta un raggio di luce nella sue quotidianità prima di scomparire, è invece supportato dal canadese Jacob Tremblay, piccolo prodigio della recitazione con alle spalle gli apprezzati Room e Somnia (oltre che la serie tv The Last Man on Earth).
Terrorizzata dagli incubi che sembrano prendere vita propria, Mary decide di rivolgersi al suo terapeuta supervisore, il dottor Wilson, per essere aiutata a discernere la fantasia dalla realtà. Wilson, che la cura soprattutto tramite sedute di videoterapia via Skype, è impersonato dall'attore Oliver Platt, interprete tra le molte cose anche di Lake Placid, uno dei guilty pleasure del regista.