Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film
Noiosissime vicende che s'incrociano con il comune denominatore di non aver voglia d'invecchiare: un deejay giovanilista, un satiro ormai attempato, due milf con la tentazione del toyboy, uno sportivo terrorizzato dall'idea di diventare nonno.
E' dai tempi del vanziniano Sapore di Mare (1983) che la commedia all'italiana periodicamente ci ammorba con le operazioni nostalgia: da qualche anno, poi, il fenomeno si è intensificato con il revival degli anni 80, celebrati praticamente in tutte le salse in tv e al cinema. La tragedia è che, con l'allontanarsi nel tempo del mitizzato decennio, si alza inesorabilmente anche il target di riferimento di simili prodotti, fino all'assurdo di pellicole come Forever Young, imbarazzante operina rigorosamente vietata ai minori di 50 anni. Il filmetto di Brizzi (sceneggiato con Falcone e Martani) è un disastro senza mezzi termini: fiacco, tedioso, irritante, un naufragio che coinvolge tutti i protagonisti, a cominciare da una svogliatissima Sabrina Ferilli, per continuare con un Fabrizio Bentivoglio che si limita a gigioneggiare, una Luisa Ranieri che si rifugia nel dialetto per conferire un minimo di spessore comico a un personaggio insulso, uno Stefano Fresi che riproduce pedissequamente il suo ruolo di Smetto Quando Voglio, per finire con uno stanchissimo Teo Teocoli. L'unico a salvarsi, nel disastro collettivo, Pasquale Petrolo, in arte Lillo, che almeno qualche risata riesce a strapparla. Se la cava Lorenza Indovina, nemmeno pervenuta Claudia Zanella.
Caliamo un velo pietoso: 2/10.
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