Regia di Shinsuke Sato vedi scheda film
I Am a Hero è un film giapponese del 2016 diretto da Shinsuke Sato, tratto dall'omonimo manga di Kengo Hanazawa.
Sinossi: Hideo Suzuki (Yo Oizumi) è un assistente mangaka con il sogno di riuscire a sfondare nel settore e farsi pubblicare, tuttavia il suoi lavori vengono continuamente giudicati mediocri ed il tutto influisce negativamente sulla sua autostima, considerandosi sempre inadeguato.
Un giorno un misterioso virus infetta gran parte della popolazione giapponese, trasformandoli in una sorta zombi o meglio infetti alquanto aggressivi e pericolosi; Suzuki, dopo un'iniziale spaesamento, impugnerà il suo fucile e forte di una morale proverà a sopravvivere...
Con I am a Hero nonostante non siamo di fronte ai classici zombie romeriani, rientra di diritto nella categoria del genere presentando sia diversi richiami al grande maestro Romero, il tutto amalganato con alcuni elementi originali, garantendo sempre un buon livello di imprevedibilità grazie al meticoloso lavoro de regista Shinsuke Sato: Sato è vero e proprio specialista per quanto riguarda gli adattamenti di celebri manga (nel 2011, ad esempio, aveva diretto l'adattamento cinematografico di Gantz mentre recentemente si è occupato di Bleach ed Inuyashiki), oltre ad essersi distinto come sceneggiatore (nel 1997 ho scritto la sceneggiatura di Tokyo Lullaby del celebre Jun Ichikawa).
L'inizio del film presenta subito fattori di forte interesse, mostrandoci la routine lavorativa del protagonista Suzuki, assistente mangaka sfruttato dal suo Sensei; a tal proposito in maniera molto intelligente contraddistinta da una verve comica, viene evidenziata la reale difficioltà per chi lavora in questo settore dove paghe da incubo (un collega del protagonista esclama: «l'assistente mangaka è come se fosse un disoccupato») e massacranti ritmi lavorativi che costringono i malcapitati a dormire molte volte in ufficio, sono la prassi.
Nel corso del film troviamo altri spunti critici di rilievo contro esponenti d'elitè della società, affaristi senza scrupoli, fino ad arrivare ad un aspetto profondamente radicato nel giapponese medio: il rispetto incondizionato ad un codice costituzionale, a tal proposito poco dopo lo scoppio dell'epidemia, il protagonista per difendersi porta con sè un fucile da caccia carico tuttavia nonostante il pericolo imminente di morte non soltanto non spara ma non toglie neppure l'arma dalla fodera/fondina poichè è contro la legge.
In I am a Hero risultano risultano particolarmente efficaci ed originali gli infetti/zombi (qui bisogna ringraziare il mangaka Hanazawa), quest'ultimi oltre ad essere aggressivi e presentare mutazioni del corpo, rivivono alcune loro abitudini lavorative/quotidiane quindi ci troveremo zombi che effettuano il salto con l'asta oppure infetti che pensano di essere in ufficio.
Inoltre emerge anche una figura particolare, uno zombi intelligente che prova affetto verso il nostro protagonista, qui il richiamo a La terra dei morti viventi è evidente.
Detto questo l'omaggio romeriano non si esaurisce con una sola citazione, infatti un gruppo di sopravvissuti trova rifugio sui tetti di Outlet comemrciale (richiamo a Zombi del 1978) infine nonostante più volte ci vengono mostrati notiziari televisivi, non sono assolutamente chiarite le cause che hanno portato a questa apocalisse zombi (richiamo a La notte dei morti viventi del 1968).
Infine ottima e variegata la regia Sato.
I primi 10 minui sono scanditi da uno stile alquanto elegante con molta macchina da presa fissa oppure lenti e morbidi movimenti di camera, ma tutto cambia con lo scoppio dell'epidemia ed il regista ricorre a vari stratagemmi tecnici; pensiamo ad esempio al mascherino utilizzato per mostrarci la trasformazione in zombi di una ragazza, oppure alla macchina a mano quando ormai l'epidemia si è diffusa in tutta Tokyo o ancora al campo/contro campo tra Suzuki ed un numero elevatissimo di zombi nel momento in cui il nostro eroe si decide ad impugnare la sua arma.
Menzione d'onore sia per le varie sequenze splatter sia per alcune scene oniriche in cui Suzuki ipotizza su come agire.
I am a Hero è un ottimo film sul tema zombi; intelligente, a tratti molto divertente e irriverente con una regia curata e nonostante la presenza di classici schematismi del genere, il film mantiene sempre una sua originalità ed imprevedibilità (guardare il finale).
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