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A piedi nudi nel parco

Regia di Gene Saks vedi scheda film

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La recensione su A piedi nudi nel parco

di Antisistema
6 stelle

"La doverosita' morale di correre a piedi nudi nel parco almeno un giorno alla settimana per dare sfogo a sé stessi"

 

 

Ultimamente i film di stampo sentimentale stanno incontrando il gradimento del sottoscritto; in particolar modo però sento di prediligere tra i film di questo genere, quelli che mettono in scena la vita di coppia (nonostante sia giovane anagraficamente e il matrimonio non sia nei miei pensieri), poichè se gestiti bene, possono divenire un eccellente veicolo per parlare d'altro (società, routine, monotonia, quotidianetà etc...).
Questo film delizioso, il cui punto di forza sta nella coppia di protagonisti (se in film di tale genere cicchi la coppia protagonista, sei fregato a mio avviso); una folle ed esuberante Jane Fonda tutto pepe che vuole sempre vivere il proprio matrimonio come se fosse un'eterna luna di miele, mentre il personaggio di Robert Redford dopo i primi momenti matrimoniali, si ritrova immerso nella routine lavorativa e quando torna a casa è stanco e vorrebbe solo riposare e studiare le carte del caso che ha il giorno dopo.

Sostanzialmente questa commedia romantica mette in scena lo scontro tra due visioni opposte; la sbarazzina ingenuità di lei e la fredda monotonia borghese di lui. Come combaciare il tutto? Beh... i nostri due protagonisti vivono in un contesto sociale determinato (un appartamento piccolo al sesto piano di New York) e siccome siamo nel pre-68' (periodo storico verso il quale sono più un detrattore che ammiratore, come invece lo sono molti nostalgici odierni) entrambi devono fare un sacrificio del proprio io per poter vivere veramente in modo felice come fanno il 10% delle coppie sposate (come ironicamente dirà la madre di lei).


Il matrimonio è ben lungi dall'essere un istituto vecchio ed obsoleto (concezione derivata dal 68' in poi), ma a mio avviso, richiede una grande prova di maturità da parte di entrambi i componenti per poter andare avanti nella vita. I litigi al contrario di come molti pensano, sono necessari e auspicabili poichè servono a far maturare il rapporto della coppia e portarlo ad un livello di consapevolezza superiore. La ragazza dovrà evolversi un pochino e venire incontro alle esigenze del suo partner, mentre lui di tanto in tanto potrà andare a piedi nudi nel parco e lasciarsi andare ad atteggiamenti extra-routine. Non si può vivere la settimana 6 giorni su 7 a mille all'ora, ma il settimo giorno è un dovere morale scardinare la quotidianetà.


Un film dall'atmosfera plumbea, autunnale, un po' claudicante e forzato in alcuni frangenti e nell'andamento (non mi piace come è messo in scena il litigio, Jane Fonda non mi fa mai credere sul serio che sia pronta all'estrema conseguenza), però molto carino e con un'istruttiva morale di fondo. 

Voglio avvertire eventuali curiosi che l'opera é un po' datata (ma all'epoca fu un successo al botteghino) e il regista é un mero mestierante che sa' come confezionare un film, ma non riesce mai ad energere dalla teatralità dell'opera e da una messa in scena spartana. Se cercate un film matrimoniale vero e proprio dirottatevi su altri film come Due per la strada di Stanley Donen (1967), uscito qualche mese prima di questo, ma che presenta un approccio alla materia concettualmente superiore di molto.

Nonostante tutto questo, sento di consigliarlo, anche per analizzare meglio il primo anno della New Hollywood dove incassavano film scandalosi e dal target eterogeneo come Gangster Story di Arthur Penn (1967) e Il Laureato di Mike Nichols (1967), mentre il pubblico adulto preferiva pellicole che mettessero in scena la loro condizione di vita matrimoniale in modo rassicurante, convenzionale, positivo e un po' stereotipato, non essendo pronto ancora ad analisi più incisive dell'istituto matrimonio.

 

 

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