Regia di Orson Welles vedi scheda film
Pellicola all'altezza della fama di Orson Welles. Da recuperare e gustare.
A carrarmati ancora fumanti, Welles tira subito il carico sui tedeschi con questa pellicola carica di tensione che denuncia la fuga di gerarchi nazisti nelle Americhe - qui ci troviamo nel Sud degli USA, sebbene i più si distribuirono tra Brasile e Argentina. Il detective Wilson, uomo della commissione sui crimini di guerra, lascia fuggire dal carcere un criminale tedesco per riuscire ad arrivare ad un suo superiore, nascosto nel Connecticut. Edward G. Robinson è garanzia di qualità da solo, si aggiunga un Welles machiavellico e una brava Loretta Young nel ruolo della devota e ingenua moglie che, senza tema di mostrare gli orrori, il detective Wilson convincerà della colpevolezza del marito utilizzando immagini forti prese direttamente dai campi di concentramento. Se da un lato c'è qualche leggerezza perdonabile -Wilson viene colpito alla nuca ma spunterà un bernoccolo in fronte, le pedine della dama sono disposte a tratti in maniera incompatibile con una partita del gioco, appare poco verosimile tutta la dinamica dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere -, dall'altro Welles si fa perdonare con un finale da antologia del Cinema, al netto della gran tecnica che, comunque, sfoggia in tutta la pellicola.
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