Regia di Orson Welles vedi scheda film
Franz Kindler, criminale nazista ricercato, si rifugia negli USA, dove, dopo aver cambiato nome in Rankin sposerà Mary, figlia di un giudice della corte suprema. Ma l’ispettore Wilson è sulle sue tracce, e dopo un assassinio avvenuto proprio nella cittadina del Connecticut dove abitava Rankin, non avrà più dubbi.
Il quarto film di Welles è meno lucido e approfondito del solito, con chiari momenti di grande cinema, basti pensare all’omicidio nel bosco o al finale sul campanile della città o alle ottime inquadrature, si perde poi in periodi di ambiguità e superficialità, l’improbabile rapporto tra Kindler e la moglie, la genericità con cui l’ispettore Wilson parla del nazismo e infine l’evidente banalità della trama che si perde in capitolazioni scontate e facilmente riscontrabili, una su tutte la vicenda davvero patetica del “malore” della cameriera dei coniugi Kindler che sfocia in un ingenuità colossale della moglie che addirittura chiama il fratello e gli dice di raggiungere Rankin sul campanile della città e dirgli che sta arrivando, dopo che lo stesso Rankin gi aveva detto di non dirlo a nessuno visto che avrebbe compromesso tutto e così infatti avviene.
Insomma “Lo straniero” è un film classico e più pasticciato del solito, che regala buoni momenti di cinema ma che purtroppo su 95 minuti ne occupano soltanto 10.
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