Regia di Orson Welles vedi scheda film
Alcune volte Welles piegava la sua arte superiore alle esigenze di mercato ma nella prima parte della sua carriera non si è quasi mai avvertito lo scarto tra queste due anime diverse presenti nel capiente genio di Orson.Perchè anche i cosiddetti film alimentari puntualmente seppellivano sotto la propria imbarazzante superiorità il 99% della concorrenza.E'questo il caso di Lo straniero,quasi un instant movie sulla fuga di un pericoloso nazista che non trova di meglio che nascondersi in un paesino della profonda provincia americana riciclandosi come professore in procinto di sposarsi col miglior partito del paese.Ora si chiama Charles Rankin mentre Franz Kindler è morto e sepolto.Almeno apparentemente.Infatti come in ogni thriller che si rispetti il passato ritorna a far sentire la propria voce indesiderata e proprio per seppellire definitvamente questo passato si innesca una reazione a catena di rara precisione geometrica.E'un film incentrato sulle ombre e sul sospetto,ombre minacciose che si muovono furtive sui muri dando una profondità cromatica inaspettata al bianco e nero magnificamente fotografato(da Russel Metty) del film e sospetti che crescono come cresce il mare in tempesta.Dapprima piccoli segni di inquietudine,poi la tensione aumenta a livelli insostentibili proprio perchè i sospetti scompaginano il tranquillo vivere della moglie dello straniero fino a renderla una minaccia.E quando si tratta di scegliere,lo straniero sceglie per se stesso.Crollano all'interno del campanile ,magnifico sfondo per un finale tecnicamente arditissimo e giustamente celebre,tutte le incertezze residue sulla valutazione del personaggio.Se l'omicidio del suo vecchio sodale poteva quasi essere giustificato dalla paura di perdere tutto quello che era stato conquistato,quando non esiterebbe a uccidere la moglie per salvarsi,ci ritroviamo di nuovo di fronte al nazista e soprattutto ci troviamo di fronte a un nazista non pentito che si è mimetizzato con il mondo circostante.GiI orologi che rappresentano la sua passione principale in una sorta di contrappasso dantesco determinano la sua fine,in ogni senso.Il meccanismo che si ritorce contro chi lo accudisce amorevolmente.Ci saranno debolezze,incongruenze ma questo film di Welles,pur addomesticato dalla politica degli Studios è un ottimo esempio di thriller guizzante e con una regia di grande pregio tecnico.E'un film dove la forma prevale sul contenuto ma ci sono momenti di altissimo cinema come l'inseguimento iniziale,l'assassinio nel bosco,il disegno sul foglio in cui la svastica iniziale prende altre forme con pochi altri tratti di penna e naturalmente il succitato celebre finale.Difficile non rendersene conto....
regia di grande pregio formale
recitazione non all'altezza della regia
non male
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