Regia di Orson Welles vedi scheda film
inutile ci sono personalità di cui non bisogna che riconoscerne la grandezza. orson welles è una di queste personalità. a distanza di un anno della fine della seconda carneficina mondiale, si parla di una spina che oramai(oggi) è purulenta nel fianco dell'umanità, di cui tra l'altro non si libererà mai e che mai nessuno potrà farsene una ragione. la caccia ai bacilli nazisti, fuggiti dopo la disfatta dello schizzo baconiano vivente coi baffetti. FRANZ KINDLER si è rifatto una vita in una di quelle belle cittadine americane, fatte di una piazza, una chiesa, viali alberati, negozietti dove tutti conoscono i fatti altrui e tanta brava gente. da brava macchina per uccidere, si è resettato e messo in stand-by, e ha mutato pelle in un rispettato professore della locale scuola, in procinto di coronare il suo sogno americano sposando la figlia di un giudice. ma, c'è un "ma". nella vita di tutti c'è un "ma", e siccome nella vita reale di questi poveri vecchietti che di tanto in tanto vengono scoperti e giudicati per i loro crimini al massimo c'è una sentenza d'ergastolo a ottanta e passa anni, almeno nei films che il "ma" assuma le dimensioni di una giustizia divina. il portatore di questa giustizia è un detective, piccolo di cui nessuno potrebbe avere mai paura, e inizia sapientemente col mandargli un suo vecchio sodale per incrinare la patina di cui si è ricoperto per nascondere la propria mostruosità al mondo. le mani di un assassino, pilotate dalla mente di un assassino non perdono mai l'allenamento, e nonostante la scaltrezza del gerarca, sarà proprio la sua propensione ad obbedire e a credere a distorti valori di purezza e superiorità ad ucciderlo. anche se più propriamente e comicamente sarà la sua passione ad ucciderlo. ucciderlo in una scena finale da brivido che va vista per credere che sia stata veramente girata. perchè il demonio potrà scansare il diavolo, come un'immagine di se riflesso, ma non la spada di un fratello retto. grande, grande! ah. naturalmente dire che attori del calibro di welles, g. robinson e perchè no, la loretta young, se ne è perso la stampino, è una tal banalità che però va ripetuta.
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