Regia di Orson Welles vedi scheda film
All’epoca (1946), “Lo Straniero” si sarebbe potuto considerare un “instant-movie”. Siamo infatti immersi in una vicenda di caccia al criminale nazista ad appena un anno dalla fine della guerra. Ad essere braccato non è quindi il classico vecchio ex-nazista, nascosto da decenni in un qualche buco dell’America Latina, bensì un giovane ben piantato e imponente, incarnato in maniera impressionante da un monumentale Orson Welles, rispettato insegnante in una cittadina del Connecticut. A rovinare la sua vita nel giorno del suo matrimonio, arriva un sornione Edward G. Robinson e, da questo punto, la trama non va più raccontata.Ben articolato nel suo svolgimento e ricco di grandi soluzioni registiche “alla Hitchcock”, il film coinvolge lo spettatore dall’inizio alla fine, a dispetto di qualche ingenuità nella caratterizzazione dei personaggi e nei dialoghi, leggermente artefatti, complice un doppiaggio italiano, ancora non sciolto dalla retorica del precedente ventennio. Alla sempre carismatica presenza di Orson Welles, davvero tremendo quando rotea gli occhi, si contrappone il talento recitativo di Edward G. Robinson, ispettore ironico e saggio alla “Maigret” (fuma persino la pipa!), tenero e determinato, un po’ come Keyes, in “Double Indemnity” di Billy Wilder. Un gran bel film, un grande momento di cinema!
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