Regia di Orson Welles vedi scheda film
Orson Welles considerava questo suo terzo film da regista il meno riuscito di tutta la sua carriera, e forse aveva ragione : sembra che ne accettò la regia soltanto per provare che anche lui, come tanti altri registi hollywoodiani, poteva realizzare un thriller di serie B secondo le norme vigenti nella Mecca del cinema. Tuttavia, il film non è certo da buttare : anche qui si trovano elementi stilistici che fanno pensare all'espressionismo, corrente cinematografica che aveva indubbiamente influenzato la formazione registica di Welles, e non mancano momenti di suspense genuina, come il finale di circa 6 minuti in cui Welles si rifugia sul campanile di una chiesa. La direzione d'attori è accurata, con una menzione d'onore a una vibrante Loretta Young, e sopperisce all'eccessiva convenzionalità di alcuni caratteri. Certo, non lo si può paragonare in termini estetici ai due capolavori precedenti (Quarto potere e L'orgoglio degli Amberson), ma la mano di Welles è comunque visibile e la continuità con le altre opere è evidente. Alla sceneggiatura sembra che abbia collaborato John Huston, non accreditato nei titoli di testa. Ottimo anche Edward G. Robinson. voto 7
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