Regia di Claude Zidi vedi scheda film
L'ispettore René Boisrond (Philippe Noiret) in forza al commissariato del 18° arrondissement di Parigi è un poliziotto scafato e pragmatico che sfrutta le conoscenze del quartiere per godere di piccoli privilegi e connivenze redditizie. La sua routine di flic "ripou" ("pourri" in verlan, "corrotto") col vizio delle scommesse ai cavalli è però scombussolata dall'affiancamento di un nuovo partner: François Lesbuche (Thierry Lhermitte), ispettore di fresca nomina proveniente dalla provincia e tanto zelante quanto inflessibile. Boisrond fa di tutto per "educarlo" al mestiere di poliziotto di quartiere, ma Lesbuche oppone strenua resistenza, finché non casca tra le braccia dell'apparentemente indifesa Natasha (Grace De Capitani), in realtà una call-girl istruita alla bisogna da Boisrond e dalla sua compagna Simone (Regine), prostituta sul viale del tramonto...
Tradotto con un titolo italiano letteralmente irricevibile, "Les ripoux" è un film fondamentale nella storia del polar d'Oltralpe. In bilico tra commedia e poliziesco (con la prima a dominare tre quarti di film), la pellicola di Claude Zidi introduce per la prima volta una nuova modalità di descrizione dei flic: non più agenti dell'ordine integrati nell'istituzione poliziesca come nella tradizione classica ("Le cercle rouge") o eroi solitari che conducono una crociata personale contro il crimine come nella rappresentazione degli anni '70 ("Police Python 357"), ma individui totalmente immersi nell'ambiente della microcriminalità quotidiana che intrattengono relazioni soltanto formali con i superiori e sono costretti a reinterpretare il loro mestiere secondo principi pragmatici incompatibili col rigore paludato della legalità.
Per realizzare questa commedia di "nuovo costume poliziesco" Claude Zidi, avvalendosi della consulenza alla sceneggiatura del vero poliziotto Simon Michaël, crea una situazione di conflitto totale (di idee, atteggiamenti, indumenti) tra due personaggi agli antipodi: da una parte la vecchia volpe Boisrond (Noiret in un ruolo fatto apposta per lui) e dall'altra l'inesperto e performativo Lesbuche (un Lhermitte diligentemente in parte). L'assurda comicità della questione risiede nella cocciutaggine con la quale il giovane ispettore pretende di sgobbare (e far rigare dritto anche il collega) in una realtà dominata dal disordine e dall'indolenza quotidiana: ovviamente il tempo e il progetto ragionevolmente diseducativo del vecchio Boisrond riusciranno a "pourrir" ("guastare") l'allievo, che in materia di opportunismo supererà addirittura il maestro.
Messa in scena ultrabasica: nessun orpello registico (quando scattano preziosi movimenti di macchina l'intento è sempre parodistico), smorzata aderenza ai luoghi e agli ambienti (il 18° arrondissement, quello di Pigalle e Montmartre, non ha niente di cartolinesco o affascinante), fotografia ostentatamente trasandata (le scene notturne hanno una loro gloriosa sciattezza) e montaggio noncurante di sgrammaticature e discontinuità. Naturalmente il film non sarebbe lo stesso se al posto di Noiret ci fosse qualsiasi altro attore: sempre un gradino sotto la caricatura e un gradino sopra il mimetismo, la sua interpretazione è sornionamente perfetta. "Les ripoux" si è aggiudicato due premi César (Miglior Film e Miglior Regista) nel 1985 ed ha avuto ben due sequel firmati dallo stesso Zidi: "Ripoux contre ripoux" (1990) e "Ripoux 3" (2004), raggruppati in Francia sotto l'etichetta "La Saga Les ripoux".
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta