Regia di Alberto Sordi vedi scheda film
È difficile scegliere il peggior film di Alberto Sordi, dal momento che ha trascorso gli ultimi vent’anni di carriera a realizzare film più o meno indecenti, soprattutto considerando di che razza di personaggio stiamo parlando, probabilmente il nostro più emblematico ed importante attore cinematografico. Sordi avrebbe dovuto fermarsi più o meno all’inizio degli anni ottanta, rinunciare all’idea di poter essere un buon regista ed affidarsi ad un autore come cristo comanda (pensiamo al caso di Ettore Scola che lo diresse nella sua ultima interpretazione di un certo livello, nella parte del laido e meschino vecchio di Romanzo di un giovane povero). Ha scelto la strada del fai-da-te, dirigendo, scrivendo ed interpretando film modestissimi, come questo Assolto per aver commesso il fatto, che pare avere all’origine l’incredibile vicenda che vide coinvolto Giancarlo Parretti detto “il leone di Orvieto”, spregiudicato finanziere che riuscì a conquistare una serie di aziende fino ad arrivare, addirittura, al colosso MGM. Non val la pena elencare l’inutilmente contorta trama.
Dietro la macchina da presa, Sordi ha costantemente cercato di affrontare problemi nazionali all’interno di un discorso di critica sociale abbastanza evidente e di matrice senz’altro moralistica, da buon conservatore qual era e, questo è un merito, ha avuto l’ardire di toccare temi quali la corruzione (il profetico e greve Tutti dentro), la vecchiaia (il mieloso e desichiano Nestore – L’ultima corsa, il terribile Incontri proibiti) o le esasperazioni del maschilismo e del femminismo (Io e Caterina, tra i risultati più dignitosi). Qui vorrebbe criticare il capitalismo sfrenato (dietro Luigi Serra si dovrebbe celare Berlusconi) e il rampantismo imprenditoriale. Purtroppo la messinscena è a dir poco sciatta, il ritmo completamente assente, la direzione degli attori imbarazzante (compresa Angela Finocchiaro, inaudita sarda). Scritto assieme a Rodolfo Sonego senza brio, diretto male, recitato peggio anche da un Albertone troppo sopra le righe. Se la gioca di brutto tra i più brutti del suo sfavillante percorso artistico.
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