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Assolto per aver commesso il fatto

Regia di Alberto Sordi vedi scheda film

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La recensione su Assolto per aver commesso il fatto

di lamettrie
7 stelle

Un film discreto, ma controverso, perché indubbiamente ha anche tante pecche. Buono perché: 1) tocca un tema fondamentale della società italiana, la corruzione, su cui c’era pochissima indagine sui mass media (allora il film uscì nella primavera del ’92, in piena tangentopoli; ma c’è da ricordare che la corruzione che è emersa in Italia in generale è molto meno di quella che c’è stata realmente e ancora molto meno di quella che è stata punita), e su cui c’è ancora pochissima indagine sui mass media (per l’interesse dei grandi corrotti, ovvero di alcuni dei pochissimi straricchi del belpaese); 2) tocca un altro tema fondamentale in Italia come in tutto il mondo capitalistico, ahinoi: quello delle scalate degli arrivisti; qui si parla tra le righe di Berlusconi, e di altri noti e accertati criminali dell’alta finanza di circa 30 anni fa; ma la denuncia è sempre istruttiva, anche perché tale cancro, per i suoi reati, e per i suoi danni sull’economia reale, su tutti, è rimasto non curato sino ad oggi (sempre per l’interesse dei grandi corrotti, ovvero di alcuni dei pochissimi straricchi); 3) per l’interpretazione di Sordi, perfetta nella sua faccia di bronzo, di ladro ricchissimo impunito, tipica raffigurazione fedele della classe dirigente capitalista, italiana e non; 4) per la splendida prima parte, con la descrizione meticolosa della corruzione e del servilismo, specialità della casa in Italia, tra molti ricchi ma certo non solo tra loro.

Ma i pregi sono purtroppo compromessi da tanti difetti: 1) l’andatura anni ’80, sia per la recitazione approssimativa, da telenovela statunitense, di tanti comprimari, sia per la facilità della sceneggiatura, un po’ superficiale e convenzionale; 2) il riferimento assolutamente poco credibile alla fantomatica Gilda; 3) la fortuna, sfacciata ed eccessiva, poco credibile, del personaggio di Sordi, specialmente se si pensa ai gregari cui s’accompagna, e che sono inverosimilmente causa del suo successo (si pensi soprattutto alla “talpa” presso Serra - Berlusconi…).

Eppure si vuole qui premiare, con un giudizio positivo (che, si riconosce, può essere discutibile) questa pellicola: infatti Sordi ha avuto sempre il coraggio, da regista, di andare  a toccare i gangli malati del potere, quelli corrotti, quelli di cui nessuno poteva o voleva parlare perché ciò avrebbe compromesso la carriera. Sordi se l’è potuto permettere, perché un gran nome meritato se l’è fatto in precedenza, ma da attore: eppure il coraggio l’ha avuto, di raccontare la verità, anche se sapeva che ciò gli avrebbe tirato dietro le critiche peggiori (infatti è considerato pessimo come regista da molti). Ma è chiaro che le critiche al Sordi sceneggiatore e regista vanno distinte: corrette quelle che sottolineano 1) la sua inferiorità rispetto al Sordi attore, e 2) il livello non certo eccelso; scorrette quelle mosse al fine, soprattutto, di denigrare la sua critica, corretta e salutare della corruzione profondissima della società e della politica marce dell’Italia. Questi sono i veri mali di cui parlare, su cui ragionare per denunciare profondamente e cambiare profondamente, come quasi nessuno ha fatto negli ultimi quasi 160 anni, quelli dell’Italia unita, quelli di un’Italia molto più disgraziata e ingiusta che altro, al di là delle penose retoriche degli opportunisti. Retorica che Sordi ha avuto il merito di contestare.

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