Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Siamo a Little Italy, la piccola Italia di New York: la banda suona la Marcia reale o Faccetta nera, mentre i juke-box rimandano le note di Malafemmina o di Maruzzella e le processioni religiose riempiono le strade in un tripudio di bandiere tricolori appese alle finestre dei palazzi.
Qualcuno ha scritto che si ha quasi l'impressione di assistere a un film antropologico: è una tesi che sposo in pieno e faccio mia.
Ma c'è qualcosa di più, perchè qui (ed è l'altro miracolo che compie Scorsese) le vicende dei giovani intrappolati a Little Italy raccontate nella pellicola, più che regolate dalle leggi dell'onorata società e dai tabù cattolici della famiglia e del sesso (che pure sono ben presenti) sembrano essere scandite dal rapporto quotidiano con lo schermo cinematografico, nei localetti di second'ordine dove si proiettano film cone Sentieri selvaggi o La tomba di Ligeia, che sono poi quelli dove ci si va a nascondere quando si è inseguiti, o quando si sente il bisogno di spezzare la noia di un pomeriggio senza senso.
Lo stesso De Niro, pazzo e disperato "boy", sembra obbedire più ai miti del "duro" dello schermo che alle regole impostegli dalla comunità che lo circonda.
Grande film e grande lezione cinematografica!
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