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Mean Streets

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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La recensione su Mean Streets

di chinaski
8 stelle

Eccolo l’ ambiente di Martin Scorsese, descritto in maniera inconfondibile in questo film.
Little Italy, New York.
Strade sporche, bar, piccole truffe.
Mentalità paesana trasportata nella metropoli. Dove però i legami tra le persone, i rapporti, i modi di essere sono ancora quelli dell’ Italia. Cambia il linguaggio, l’ uso di parole americane, ma le anime delle persone sono immutate.
Charlie (Harvey Keitel) è il personaggio che rappresenta i dubbi dello stesso Scorsese. Prime riflessioni sul rapporto tra Uomo e Dio e sopratttutto sul Peccato e la Redenzione, uno dei temi portanti di tutto il futuro cinema scorsesiano. Charlie ripudia il perdono cattolico, per lui l’ uomo è il solo responsabile delle proprie azioni e quindi anche l’ unico in grado di potersi giudicare e perdonare. Il fuoco diventa il simbolo della redenzione umana. Il fuoco come elemento purificatore, tanto doloroso da dover spronare la volontà a cercarlo. L’ uomo deve volere il perdono, non lo deve cercare. Purificarsi diventa un atto di coraggio.
Poi la vita nelle mean streets insieme a Johnny boy (Bob de Niro), Michael e Tony. Piccoli furti, grandi bevute, scazzottate, violenza gratuita. Un ambiente maschilista, fascistoide (ma per ignoranza), cattolico e profondamente chiuso dove le tradizioni trovano il loro terreno più fertile.
Alcune parti sono puro documentario (le feste nel quartiere) e danno bene l’ impressione di quale dovesse essere la situaziuone degli italoamericani dell’ epoca. Gente che aveva ricreato il loro paese all’ interno di una città. Mentalità contadina e popolare, con tutti i suoi pregi e difetti.
Già in questo film Scorsese mostra molta attenzione per il montaggio (ancora abbastanza grezzo ma capace di velocizzazioni e aumenti di ritmo caratteristici del suo cinema) e la colonna sonora (divisa tra i classici rock dell’ epoca e la musica dei suoi padri).
Lo stesso Scorsese sembra diviso tra le sue origini (la tradizione) e il futuro (l’ America e i suoi sogni). Come vedremo in seguito Martin non lascerà nè l’ una nè l’altra. Anzi forse sarà proprio la riscoperta del passato e della tradizione a segnare il suo futuro, insieme a una graduale destrutturazione del grande sogno americano nelle sue mille illusioni.

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