Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Eccolo l’ ambiente di Martin Scorsese, descritto in maniera inconfondibile in questo film.
Little Italy, New York.
Strade sporche, bar, piccole truffe.
Mentalità paesana trasportata nella metropoli. Dove però i legami tra le persone, i rapporti, i modi di essere sono ancora quelli dell’ Italia. Cambia il linguaggio, l’ uso di parole americane, ma le anime delle persone sono immutate.
Charlie (Harvey Keitel) è il personaggio che rappresenta i dubbi dello stesso Scorsese. Prime riflessioni sul rapporto tra Uomo e Dio e sopratttutto sul Peccato e la Redenzione, uno dei temi portanti di tutto il futuro cinema scorsesiano. Charlie ripudia il perdono cattolico, per lui l’ uomo è il solo responsabile delle proprie azioni e quindi anche l’ unico in grado di potersi giudicare e perdonare. Il fuoco diventa il simbolo della redenzione umana. Il fuoco come elemento purificatore, tanto doloroso da dover spronare la volontà a cercarlo. L’ uomo deve volere il perdono, non lo deve cercare. Purificarsi diventa un atto di coraggio.
Poi la vita nelle mean streets insieme a Johnny boy (Bob de Niro), Michael e Tony. Piccoli furti, grandi bevute, scazzottate, violenza gratuita. Un ambiente maschilista, fascistoide (ma per ignoranza), cattolico e profondamente chiuso dove le tradizioni trovano il loro terreno più fertile.
Alcune parti sono puro documentario (le feste nel quartiere) e danno bene l’ impressione di quale dovesse essere la situaziuone degli italoamericani dell’ epoca. Gente che aveva ricreato il loro paese all’ interno di una città. Mentalità contadina e popolare, con tutti i suoi pregi e difetti.
Già in questo film Scorsese mostra molta attenzione per il montaggio (ancora abbastanza grezzo ma capace di velocizzazioni e aumenti di ritmo caratteristici del suo cinema) e la colonna sonora (divisa tra i classici rock dell’ epoca e la musica dei suoi padri).
Lo stesso Scorsese sembra diviso tra le sue origini (la tradizione) e il futuro (l’ America e i suoi sogni). Come vedremo in seguito Martin non lascerà nè l’ una nè l’altra. Anzi forse sarà proprio la riscoperta del passato e della tradizione a segnare il suo futuro, insieme a una graduale destrutturazione del grande sogno americano nelle sue mille illusioni.
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