Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
E' una pellicola che mi rimase impressa nella memoria quando la vidi la prima volta tanti anni fa. Fu girata da uno Scorsese per certi versi un po' acerbo, ma efficacissimo, vitale, e sincero.
Film autobiografico per Martin Scorsese, pellicola nervosa e ruvida, che trasuda agitazione e inquietudine. Del resto, il protagonista (che è Harvey Keitel, e non il pur bravo de Niro) si sveglia di soprassalto in stato di ansia, a motivo della vita caotica e disordinata che conduce. Bazzica il suo quartiere natio Little Italy, sempre ai margini della malavita, tra locali notturni, incontri con amici e parenti, e continue risse e liti con quasi tutti. Bisogna dire che egli cerca, in qualche modo, di tenersi fuori dagli affari sporchi (spaccio di droga, furti, usura), ma questa melma lo inzacchera comunque, perché pervade tutto l'ambiente e le persone che frequenta. Il suo desiderio di una vita più pulita si esprime anche attraverso un certo slancio religioso, che rimane però incapace di incidere sula sua esistenza. E la sua è una fede confusa e contrastata, piena di interrogativi, di obiezioni e di crucci interiori. Il divario tra questa è la vita non potrebbe essere più stridente; per questo il sottotitolo italiano è abbastanza indovinato.
Il filo rosso di questo collage di situazioni è i suoi reiterati tentativi di aiutare il cugino scapestrato (de Niro), mangiapane a tradimento, che vive a sbafo di debiti non pagati. Ma ad aiutare chi non vuole essere aiutato ci si rimette sempre. In secondo luogo vediamo la relazione con una sua vicina, di nascosto dallo zio, uomo d'onore del quartiere.... E in una scena il protagonista Keitel si trova a scegliere se offendere lo zio, od offendere un usuraio del quartiere, entrambe persone che non tollerano neanche un mezzo sgarbo.
Il risultato è una vita caotica, sempre sul filo del rasoio, la cui cifra sbagliata sta proprio nel voler accontentare tutti. Così non può continuare a lungo.
Scorsese usa uno stile nervoso, consono alla trama, e fa ampio uso della cinepresa a spalla. Da quanto ho letto, questo era solo un ripiego per il budget ridotto, che però si è rivelato una scelta stilistica vincente. Il seguire o l'indietreggiare davanti ai personaggi in movimento, e le soggettive, permettono un forte grado di immedesimazione. Ma è tutto l'insieme ad essere ben solido, e diverse sequenze sono memorabili, come la rissa con il barista grassone e l'irruzione della polizia. Sono bravi tutti gli attori, compreso il “secondo” Robert de Niro, vero mascalzone da pugno nel muso.
Qualche nota tecnica. Ha iniziato a circolare una versione in 16:9, che non è però il formato originale. perché Scorsese girò in 1:33, o forse 1:66, come riporta imdb.com, La versione in 16:9 sacrifica parecchio il film, ed è incomprensibilmente scura. La vecchia versione in 1:33 – quella che sono andato a cercarmi sul mercato dell'usato... - è quella con l'inquadratura più completa, anche se non del tutto (manca una piccola striscia sulla sinistra). Quello che hanno fatto i tecnici è una specie di gherminella, e mi domando perché sia diventato così difficile guardarsi certi film in formato originale.
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