Regia di Laura Morante vedi scheda film
Flavia è una donna che ha superato i 50 anni, e che per la prima volta si ritrova ad affrontare la vita senza avere affianco un uomo. I 2 figli maschi sono diventati grandi e hanno lasciato la casa, i due ex mariti – seppur sempre presenti nella quotidianità di Flavia – si sono rifatti un'altra vita accanto ad altre donne. Donne che appaiono a Flavia molto migliori di lei, sicuramente più sicure e a proprio agio nei loro ruoli di mogli e amanti. Da single, Flavia cerca un nuovo rapporto con le donne che le sono vicine: amiche, psicologhe, nuore o compagne dei suoi ex, in ognuna cerca di trovare quell'aspetto che a lei manca per sentirsi più completa e meno frustrata.
Il film è fin dall'inizio una seduta psicoanalitica. Flavia si (e ci ) racconta alla psicoterapeuta la sua esistenza accanto agli uomini e alle donne che hanno influenzato la sua esistenza. Inizia così un vero e proprio carosello fatto di tante scene e scenette che ci narrano gli episodi più significativi della vita passata e presente di Flavia. Tutto incorniciato da sogni rivelatori che dovrebbero aiutare la nostra eroina a comprendersi meglio per poter trovare quell'indipendenza tanto agognata. Nonostante gli ottimi interpreti che si alternano nelle varie scenette, la storia non riesce a trovare una sua personalità. Tutto rimane scollacciato tra un episodio e l'altro: sogni, presente e futuro, e anche i personaggi si alternano senza un ordine, tutto in maniera confusionaria se non addirittura casuale. La voce fuoricampo di Flavia dovrebbe mettere ordine nel racconto, ma il gergo troppo ricercato (e un tantino forzato) non rende facile l'immediata comprensione di ciò che la protagonista intende trasmettere. Parole e immagini assumono così un senso distaccato da ciò che Flavia racconta e quello che lo spettatore vede. Manca una vera empatia con tutti i numerosi personaggi, che rimangono solo tratteggiati e utilizzati per marcare alcuni aspetti caratteriali, senza mai un vero approfondimento emotivo. La regia della Morante traballa, e certo non regge il confronto con la sua bravura attoriale. Essendo sempre presente in quasi tutte le scene, l'attrice/regista pare prestare più attenzione alle singole inquadrature piuttosto che a un risultato finale più omogeneo e “ordinato”. Speravo in uno sforzo maggiore a livello registico, anche perché le capacità sembrano esserci tutte, ma rimangono sommerse dalle (troppe) cose messe a fuoco. La sceneggiatura è complessa e forte – o debole – dei numerosi personaggi caratteristi che la compongono. Personaggi, che dopo una prima visione, iniziano a diventare confusi nei loro ruoli, alcuni scompaiono senza approfondirne il motivo, altri rimangono superficiali deludendo qualche aspettativa. Anche il bellissimo rapporto che Flavia instaura con la cagnetta Kira viene ad un certo punto trascurato, quando per i buoni 2/3 del film era diventato quasi l'episodio più significativo della storia (per quanto mi riguarda il più commuovente e carino); per poi recuperarlo in extremis in un finale un poco “rabberciato”, quasi ad accontentare il pubblico per un Happy End all'americana.
Per quanto mi riguarda alla regista le è mancato un po' di coraggio nel voler “affondare” la lama sull'aspetto emozionale del film. Comprendo il voler rimanere sui toni leggeri della commedia, ma ad un certo punto la storia esigeva una soluzione più convincente.
Rimane comunque un film godibile e simpatico, la risata non manca e nemmeno i momenti di riflessione che però si perdono tra le vicende dei troppi personaggi.
Note personali:
Il cinema era abbastanza pieno, soprattutto di coppie di amiche di mezza età che ridevano di cuore alle battute acide di Angela Finocchiaro che interpreta una donna ancora innamorata del suo ex marito e che ce l'ha a morte con l'amante più giovane di 30 anni...e ho detto tutto.
Laura Morante è davvero poco credibile come cinquantenne sfigata: ancora bellissima a 60 anni, non si può davvero credere che faccia da tappezzeria in una sala da tango per donne in cerca di compagnia....non ci può credere.
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