Regia di Martin Koolhoven vedi scheda film
Paint my face with your fingers.
Se sei un regista cinematografico, ti trovi nella prima fase della carriera e vuoi utilizzare il genitivo sassone possessivo nei confronti del “tuo” film con cognizione di causa e senza (s)cadere nel ridicolo, attaccando cioè la “s” pre-apostrofata al tuo cognome prima del titolo, devi comunque (pre)meritartelo. E anche in quel caso, meglio di no. Altrimenti rischi di fare la figura del povero pirla. Nonostante magari tu non lo sia. E pure se alla fine ci aggiungi un altro ingombrante sovraccarico inserendo ben 8 minuti di titoli di coda. “Koolhoven's Brimstone” : e - senza eccessivo stupore - potrebbe partire la pernacchia (fosse stato un Verhoeven's, ecco, allora, forse...).
L'arte per l'arte, il puro piacere – programmat(ic)o – del racconto: ecco Nerone che osserva Roma bruciare, ecco Roma che brucia. L'arte per il Mondo, invece, dovrebbe essere il farci guardare, vedere, percepire Roma attraverso gli occhi di Nerone e Nerone attraverso gli occhi di Roma. Qui, invece, solo alte, immense fiamme, e una figura di spalle.
D'altro canto, tutta l'opera è cosparsa di piccoli gesti e soluzioni sorprendenti, e da varie citazioni western e non, comprese due, lampanti, da “the Night of the Hunter” (l'una, in veranda con fucile nella notte, già in “Fargo 2”, l'altra, subacquea, capelli sciolti e fluttuanti nella corrente), che non stonano affatto.
I primi due poderosi capitoli, molto validi, sono da [***¾], il 1° (contenente tra le altre cose un'ottima sequenza di messa in abisso dal punto di vista di dio nella stalla delle pecore culminante con la costruzione di un bel gesto di apparente sospensione/reiterazione del tempo che invece si trasforma in un anticipato colpo di scena), e da quasi [****], il 2° (abitato e pervaso da una furiosa, progressiva, insorgente costruzione narrativa condensata, pregna e naturalistica della messa in scena - in alcuni momenti sembra di stare a/in “DeadWood” - strutturata e svolta senza dover subire contropartite); il terzo capitolo è il peggiore, rasenta appena la semi-sufficienza [**¾] e si barcamena tra piccole dosi non letali di ridicolo involontario e faciloneria inconcludente, mentre il quarto è una via di mezzo tra i suoi predecessori: tira le fila della storia, un po' forzatamente, per giungere - a questo punto, ovvero raggiunto il traguardo delle due ore - velocemente al dunque, e porta a casa un [***¼]. Non è sempre la somma che fa il totale, ma questo caso, per impura coincidenza, rientra nel novero delle eccezioni che confermano la “regola”, e infatti il giudizio finale si ferma ed attesta s'un [***¼], un [6½] abbondante.
Dakota Fanning esprime la sua prova più matura assieme a quelle costruite in “the RunAways” di Floria Sigismondi, “Night Moves” di Kelly Reichardt e “American Pastoral” di Ewan McGregor.
Emilia Jones le tiene testa (per forza di cose a distanza). Guy Pearce, l'antagonista terminator-mefistofelico {paradossalmente un incestuoso Quilty per Lolita e non per Humber Humbert [ovvero un H.H. ancor più degenerato, che sostituisce il pretesto dell'amore, dell'infatuazione possessiva, della vita, con la menzogna personale (la "interpretazione" del Verbo) condita con la menzogna del Libro], già a metà della narrazione auto-definitosi in tutta la sua natura respingente, ripugnante, da forca immediata}, quasi mai finisce oltre le righe, e interpreta con equilibrio un personaggio ad alto tasso di saturazione strabordante degli eccessi di caratterizzazione. Gran belle prove di William Houston e Carla Juri (“WetLands”, “Paula”, “Blade Runner 2049”). Completano il cast Carice van Houten, Kit Harington, Paul Anderson, Vera Vitali, Jack Roth, Naomi Battrick.
Set spagnoli e austroungarico/mitteleuropei. La fotografia (2.35:1) di Rogier Stoffers, il montaggio (che procede lineare, nonostante il cronosisma, nei suoi blocchi semi-compartimentati) di Job ter Burg e le musiche (possenti) di Tom Holkenborg (aka Junkie XL) sono al servizio della narrazione e senza fronzoli, bellurie o pretenziosità. Forse solo le scenografie risultano essere troppo “perfette”.
(5.)3.2.1.4(.6).
• (5.) Prologo sottolacustre. Dakota Fanning.
Penetrazione del proiettile. Riflesso/Rifrazione. Rimbombo della detonazione.
• [I.] 3. “Rivelazione” (Dakota Fanning) :
s'apre s'una nascita alla luce delle lampade a olio e si chiude su altre budella esposte, nelle ceneri della notte.
• [II.] 2. “Esodo” (Emilia Jones. Dakota Fanning) :
s'apre s'uno scorticato cammino a picco sotto il solleone di mezzodì e si chiude, non ancora cicatrizzato, nella polvere della notte.
• [III] 1. “Genesi” (Emilia Jones) :
si apre sulla digrignante, sanguinosa e purulenta carcassa cotta dal sole d'un cavallo testimone e sentinella muta di un massacro e si chiude all'alba con l'inizio del cammino.
• [IV.] 4. “Castigo/Ricompensa” (Dakota Fanning) :
s'apre in fuga nella nebbia nevosa e si chiude dove tutto cominciò a raccontarsi.
• (.6) Epilogo sopralacustre. Dakota Fanning.
Lampo. Suono. Fumo.
Si dice spesso, di una serie tv (ovviamente a sviluppo orizzontale), e spesso a sproposito, inflazionando e depotenziando il senso e il significato dell'espressione: “È un film di 10 ore!” (personalmente ho “peccato” in ciò con “True Detective”, “Fargo”, “Stranger Things”, “the Night of”...). E perché, allora - in quest'epoca (ovvero sul finire - o il consolidarsi? - della terza età dell'oro delle serie tv) in cui la serialità ha raggiunto il cinema-cinema - non ribaltare, capovolgere, restituire al mittente la definizione? “BrimStone” è una mini-serie tv (“Olive Kitteridge”, “Show Me a Hero”) in 4 puntate (e non è né una qualità positiva né negativa, ma solo grammaticale, sintattica, strutturale), ed è un complimento.
"The Vvitch" in una (dinastico/semi-capitalista) versione moderna/pre-contemporanea.
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Ha ragione ancora una volta Valerio: l'editoria ha mantenuto una certa autonomia e questo vale non solo per la generalista Mondadori, ma anche per l'Einaudi che se ne differenzia da sempre e che continua a garantire ai suoi scrittori, attraverso la redazione, un'autonomia certa. Dal mio osservatorio torinese e da rapporti stretti di parentela con uno che pubblica, mi sento di asserirlo con sicurezza.. Ha ragione Bruno-Database: il pubblico garantisce le vendite e non c'è motivo di scontentarlo: se vuole quel tipo di pubblicazione, l'editore gliela garantisce! Questo sicuramente vale anche per Film TV a cui credo davvero che sia assicurata, attraverso la redazione, la pluralità più ampia delle idee, anche perché la pubblicità arriva a quel pubblico, anche in modo mirato, come tutti abbiamo potuto constatare. Credo invece, ma non sono un tecnico, che proprio la pubblicità così invadente sia la principale responsabile "tecnica" del cattivo funzionamento del sito.
Valerio e Bruno su quel particolare stanno dicendo la stessa cosa: livellare Einaudi - spuntellando la parziale autonomia di quest'ultima nei confronti della casa matrigna che l'ha divorata, incorporata, inglobata - alla media mondadoriana sarebbe controproducente per "entrambe", sarebbe un suicidio (e ciò vale anche per filmtv.it), questo puntare al ribasso. Poi, oh, "tutto" è possibile con certi think tank aziendali...
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Sulla pubblicità non posso intervenire: ADBlockPlus+UBlockOrigin mi fermano tutta la "pubblicità personalizzata" (soluzione grossolana, che non "soluziona" il problema alla base di tutto, ovvero il traffico di dati e di informazioni personali che sostenta il web-mondo) dalla notte dei tempi (non sono perciò loro - almeno apparentemente - la causa dei disguidi: ce li ho da sempre, anche quando certe cose non capitavano o capitavano di rado, mentre, altresì, certe cose capitano anche su macchine che non hanno alcun tipo di blocca-spot).
Il sito, da connessione mobile, risulta molto più navigabile senza spot, ma i problemi restano, perciò la tua ipotesi potrebbe avere un qualche fondamento (magari la pubblicità bloccata agisce comunque in sordina).
@DataBase, @Yume, @Spopola, @MunnyEdwards, @tutti. Allora, come mi è stato giustamente chiesto da alcuni utenti, ecco finalmente, per la gioia di grandi e piccini, in..."estrema sintesi", l'accaduto.
Nel brevissimo lasso di tempo intercorso tra l'inserimento di testo e immagini nel form (un veloce copia-incolla) e il pigiamento del tasto "salva" il sistema mi ha sloggato (e questo, esperienza personale, accade tanto alle 01.00 quanto alle 13.00) : era impossibile accorgersene dalla pagina stessa, in quanto in alto a DX lo spazio riservato al nick-name era ben presente, segno di log-in avvenuto e...in corso.
La pagina ha ruminato per minuti interi, ed io l'ho lasciata fare (spesso il re-log è automatico), ma alla fine non ha, mai, dato conferma di essere stata salvata, ed io ho pensato: "poco male", dato che solitamente questo frequente disguido non è segno certo e sicuro di un'operazione abortita.
[Pausa. Spaghettata e birretta di mezzanott'e mezza.]
Ho atteso che il sistema mi riloggasse da sé per poi scoprire che, al successivo aggiornamento del sito, di recensioni n'erano state caricate tre: la 888903, la 888905 e la 888907 (o 909). "Bene", mi dico: quando le apro però scopro che nessuna di esse contiene né la giusta formattazione [non ci sono né gli a capo (o sono raddoppiati/triplicati) né i permalink] né il reparto iconografico. Cancello l'ultima e la penultima e attendo che il sito si riaggiorni.
[Pausa. Pisciatina dell'una.]
Refresh: sono sparite tutt'e tre. Serie di bestemmioni a bassa voce. Attendo - preghiere - (invano): non ricompaiono (bestemmioni...sempre a baaassa voce). "Bene", mi dico, e agisco così: la pagina originale è ancora aperta, sta ancora "girando" [a ritmo coi miei coglioni ;-)], e proseguirebbe all'infinito: allora pongo fine alle sue sofferenze non prima però di copiarne il contenuto ed incollarlo in un nuovo form di "scrivi recensione" e...ok, stavolta la salva al volo. Peccato però che nel fare ciò il sistema mi tenga legato al fantasma delle recensione 888903 che avevo cancellata (ricevendone (in)debita conferma). In pratica è come se avessi modificato una recensione pre-esistente, invece di crearne una nuova. "Bene", mi dico (si, sono un tantino ottimista), poco male, no? No, perché infatti adesso il sistema considera quella pagina come "privata/personale" (opzione possibile e sfruttabile - all'apparenza - solo per le playlist e non per le rece ed i post) e di conseguenza non compare né nella timeline del journal-community né in quella del journal-personale.
[Pausa. Rutto sonoro dell'una e trenta.]
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Morale: se il sistema vi moltiplica le pagine (tipo gremlin dopo mezzanotte) manco fosse il figlio d'iddio fate molta attenzione (siano le 01.00 o le 13.00) a tenerne in vita una sulla quale lavorare.
PS. Mi spiace solo che in questo frangente si sia discusso molto di tutto men che del film (ma l'avevo messo in conto, eh, ovvio). Per favore, se qualcuno avesse visto il film di Koolhoven si faccia avanti! ;-)
no, il filminiserietv non l'ho visto, non sapevo nemmeno che esistesse ahah!
riguardo al tuo ultimo commento, sintetizzi bene quello che molto spesso accade anche a me, tuttavia, di notte, un paio di volte tutto è filato liscio ma nella maggior parte dei casi no, e, come tieni a precisare, questi odiosi grattacapi si verificano anche di giorno col canto degli augelli. Mi succede, altresì, ciò che riporta Valerio, i tasti si bloccano, non posso commentare, non visualizzo le utilità nè i commenti altrui, devo fare login anche se in alto troneggia il mio nick, etc etc, la cosa è frustrante e avvilente e come ho già detto il piacere di trovarsi qui diventa un dispiacere.... è che non mi voglio rassegnare e non riesco proprio ad abituarmi a questo andazzo....
@Amandagriss. Antonella: esatto, è il mio pensiero da sempre, espresso nero su bianco più volte, perciò non posso che condividere e sottoscrivere.
Trovo questi scambi pubblici utilissimi, e il silenzio circostante sconcertante e imbarazzante. Ad esempio: una delle cose che trovo più utili del confronto con l'utenza, oltre allo scambio di PdV argomentati sul cinema che sappiano andare al di là di un banale e sfiancante sono d'accordo-non sono d'accordo, è quando mi si fanno notare errori, lapsus e refusi eventualmente presenti in un pezzo (almeno così si ha la certezza che l'interlocutore lo abbia effettivamente letto, eh!). Ciao.
E luce fu :)
grazie Matteo,non la conoscevo.....a volte sei la mia vita.....cinematografica ovviamente.
È bello lungo (2h30m) e la sufficienza la raggiunge tra molte "compiaciute" scorciatoie emotive e altrettanti ammiccamenti semplificatori e inconsapevolmente precipitanti nel - o sprezzanti del (?) - ridicolo, ma è sempre meglio - pur rimanendo per me "incomprensibile" il suo inserimento in Concorso a Venezia 73 - di una mezza giornata passata al centro commerciale il dì di Pasqua (quelli dediti a ciò si che andrebbero ammanettati, frustati e provvisti di museruola). Ciao.
appena visto,ho letto in giro commenti negativi ma a me e' piaciuto,crepuscolare e violento come non si vede al cinema degli ultimi anni (nel western poi.....) forse un po' confuso nella trama....comunque (per me) promosso e consigliato....ciao Matteo.
Ho visto recentemente "Das Finstere Tal" di Andreas Prochaska, un film che per varie ragioni si può accostare a questo: meno verhoeveniano, più semplice e lineare (senza scomodare paragoni impropri: più georgestevensiano, nel senso dello Shane con Alan Ladd, dove qui però la figura del cavaliere è meno mitica, archetipica, leggendaria e "astratta"), e quasi più "televisivo", nell'accezione negativa del termine, ma - e non per questi motivi - mi è piaciuto un po' di più.
Segnato.Grazie.
Visto che parte dei commenti di questa recensione vertevano sui malfunzionamenti, provo a dirvi qui, nella speranza che leggiate, che abbiamo fatto una serie di aggiustamenti. A me sembra che ora vada tutto molto meglio. Mi piacerebbe avere un vostro feedback. Grazie ciao.
Le notifiche funzionano bene, quindi tutti quelli che hanno commentato questa pagina le riceveranno, e tutti quelli che ti "seguono" vedranno il commento sul journal: invito anch'io a inviare (qui o alla redazione) riscontri...
Primo riscontro: son 2/3 giorni che il sito NON mi slogga, più! ;-)))
Ne approfitto per segnalare un'altra cosa, riguardo le recensioni alle singole stagioni delle serie: quando le si commenta dal journal è impossibile risalire alla pagina in questione (io aggiungo in cima al commento il link...).
Qui: https://goo.gl/lpwfRM
Ellallero, come mi fai sentire ignurante! ;)
Ma per quello ho messo le fotine apposta! :-(
A distanza di 4 anni e mezzo è un film che consiglierei, ma verso il quale non provo (un po' come per Crimson Peak) alcun impulso alla ri-, e re-, visione.
Un saluto :-)
Grazie!
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