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Brimstone

Regia di Martin Koolhoven vedi scheda film

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La recensione su Brimstone

di leporello
6 stelle

   Western di estrazione europea, girato tra Germania, Spagna, Austria e Ungheria dal regista olandese Martin Koolhoven, questo  film è piuttosto inquietante, altamente disturbante, abbastanza avvincente, e che sviluppa una storia alla quale sono attribuibili tutte e tre le suddette aggettivazioni con l’aggiunta di “bello” e “appassionante”. Volendo sommare a tutto questo una regia ben attenta ad ogni cosa e che si esprime attraverso diversi canoni con estrema disinvoltura, una fotografia eccellente, una sontuosa colonna sonora tutta d’orchestra che drammatizza a dovere le varie scene, un cast (almeno sulla carta...) di tutto rispetto, verrebbe da concludere che “Brimstone” sia un ottimo film.


   Invece (naturalmente: purtroppo) il livello complessivo è destinato ad arretrare di qualche posizione (non tantissime, per le verità), soprattutto laddove le degenerazioni del fanatismo religioso e delle consuetudini (in)civili dell’epoca, nonché il pathos estremo di questa diabolica figura  che terrorizza, ossessiona e insegue senza tregua la bella eroina bionda e (per lunga parte) silente, precipitando a dovere lo spettatore in quel vortice di angoscia che la storia voleva evidentemente attivare, hanno dovuto avvalersi, secondo Koolhoven, di esagerazioni  poi risultanti inutili e fuori luogo, non tanto nello “splatter” sanguigno elargito a piene mani sin dall’inizio (una “naturale” scena di parto dall’esito infelice), quanto in numerosi (troppo numerosi) snodi di sceneggiatura decisamente inspiegabili, che forzano la narrazione piegandola alle esigenze di una drammaticità che sarebbe stata comunque raggiunta, magari (perché no?) accorciando un po’ la durata totale.

 

   Di mio (ma mi rendo conto che questo è solo una considerazione frivola e del tutto personale), aggiungo che né Dakota Fanning, né Guy Pearce (nonostante la loro prova non si possa definire men che degnissima) sono gli attori giusti nel posto giusto: Fanning, di una delicatezza ingenua totalizzante e totalitaria a causa della quale non riesce a trovare la vena della donna forte e risoluta che è (anche) Liz nel film; Pearce, con un viso troppo moderno e perbene per riuscire ad interpretare al meglio, seppur debitamente cicatrizzato) il ruolo del Diavolo-in-persona. Azzarderei un remake con Michelle Williams e Mads Mikkelsen, ma sono debolezze del tutto personali...

 

   Film comunque interessante.

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