Regia di Pierfrancesco Diliberto vedi scheda film
Diliberto ricostruisce con incredibile precisione il momento storico dello sbarco degli americani in Sicilia: l'operazione di In guerra per amore funziona alla grande e in modo sorprendente, Diliberto viene dalla televisione ma sa pensare per immagini. Miriam Leone si libera dell'immagine prefilmica e riesce in pieno a farsi corpo-cinema.
Il film di Diliberto ha subito un quasi linciaggio da parte della critica di serie A e, in parte, dei quotidiani, eppure l'operazione di In guerra per amore funziona alla grande e in modo sorprendente. Diliberto viene dalla televisione ma sa pensare per immagini, costruisce bozzetti semi surreali, sa dirigere gli attori in modo lieve, si mette in mano ad un grande direttore della fotografia come Roberto Forza (che ha illuminato i film di Marco Tullio Giordana), azzecca con precisione il cast, usando volti perfettamente inseriti nel contesto dell'epoca. L'anima del cabarettista emerge spesso a imprimere un marchio comico prettamente televisivo al personaggio principale. La cosa più difficile era rendere credibile l'altra sponda del melange sentimentale, il personaggio di Flora, per il quale Diliberto ottiene la partecipazione di Miriam Leone, sulla cui figura si esprime un lavoro di mimesi scenica particolarmente riuscito. L'attrice si libera dell'immagine prefilmica e riesce in pieno a farsi corpo-cinema. Diliberto ricostruisce con incredibile precisione il momento storico dello sbarco degli americani in Sicilia, riuscendo a proporre una intensa dicotomia tra chi vuole combattere la mafia e chi sa di avere già vinto nell'affermazione di un potere strisciante e tentacolare. Diliberto conosce il paese in cui vive e lo rappresenta usando i giusti canoni estetici e narrativi.
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