Regia di Pierfrancesco Diliberto vedi scheda film
1943. Un siciliano in America ama una conterranea, che gli suggerisce di chiedere il permesso di fidanzarsi al padre di lei. Ma quest'ultimo è un individuo poco raccomandabile e, soprattutto, sta in Sicilia. Il metodo più rapido ed economico per andare là sarà quello di arruolarsi per andare a liberare l'Italia.
Variazione sul tema: il secondo film di Pierfrancesco Diliberto - così accreditato sui titoli di coda come regista, ma Pif come interprete - è una sorta di prosieguo con altri mezzi del discorso intavolato con l'opera prima La mafia uccide solo d'estate, uscita nel 2013. Se l'esordio era un ibrido fra documentario e storia di fiction, qui la prima componente scompare e rimane quasi solamente la finzione nella sceneggiatura sfornata dall'identico trio di scrittori: Pif, Marco Martani e Michele Astori; quella che invece permane salda è la volontà di indagare nella storia italiana e in particolare siciliana alla ricerca delle ragioni (e degli sviluppi) percui la mafia si è diffusa e ha preso possesso dell'isola, espandendosi poi in tutta la nazione. A conti fatti però, come detto, In guerra per amore è innanzitutto una commedia a sfondo sentimentale, nella quale Pif ha modo di esercitare tutta la sua sommessa comicità lunare, per sottintesi, in levare; personaggio piuttosto raro nel cinema nostrano contemporaneo, ha peraltro il pregio non da poco di sapere e sapersi dirigere con accortezza. Nel cast entrano anche Miriam Leone, Andrea Di Stefano, Maurizio Marchetti, Mario Pupella, Stella Egitto e Vincent Riotta; come per La mafia uccide solo d'estate, della direzione della fotografia si occupa Roberto Forza e delle musiche Santi Pulvirenti (meglio noto al vasto pubblico come chitarrista di Carmen Consoli): due collaboratori efficaci. 5,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta