Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film
VOTO 6/7 LIEVE Lieve ritratto d'epoca, una fuga bucolica e utopistica dall'alienazione metropolitana verso la naturalezza della vita contadina. Gli eccessi populisti della sceneggiatura di Zavattini, limitano l'efficacia del testo impreziosito dalla tipica messinscena blasettiana, nella poetica e nella gestione degli attori. Fra tutti il 'ricciolino' dal cuore d'oro Gino Cervi e la splendida Adriana Benetti, in piena ascesa dopo Teresa Venerdì (1941), dalla bellezza semplice e innocente ma terribilmente malinconica e rassegnata. I contorni della crisi esistenziale del protagonista sono un po' all'acqua di rose, in una vicenda fin troppo buonista e carica di clichè, ma il finale rassegnato e senza speranza, sembra voler riportare lo spettatore alla realtà. L'inquietudine contamina il soggetto, il dramma di una nazione invade anche l'animo del singolo, sono lontani i tempi di Terra Madre (1931)...
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