Regia di Mickey Keating vedi scheda film
In una New York bene anni '70, costellata di grattacieli e palazzi signorili tutti finestre e terrazze panoramiche, dimora di una elite che ha trovato in questi nidi confortevoli la più evidente manifestazione dell'avverarsi del sogno americano, una giovane donna si presenta a prendere le consegne per il suo nuovo incarico: tenere a bada, fare da custode ad un grande appartamento all'interno del contesto prestigioso di cui sopra.
La padrona di casa le spiega nei minimi dettagli sia l'incarico, sia le caratteristiche del grande alloggio. E, quasi per inciso, la mette a conoscenza di un episodio drammatico e macabro occorso a chi prima di lei ha ricoperto quell'incarico di custode.
Col passare dei giorni la ragazza scopre innanzi tutto di non poter accedere ad una stanza, di fatto chiusa a chiave, e riceve precise istruzioni telefoniche dalla padrona di no ntentare di accedervi. Nel contempo la proprietaria insiste per ottenere le referenze promesse e mai consegnate relative ai precedenti incarichi della giovane.
Costei peraltro, pur non dovendo impegnarsi in lavori pesanti né complessi, appare sempre più irritata e tesa, soprattutto quando si imbatte in un ragazzo che le fa tornare in mente i dettagli di un'esperienza piuttosto sconcenrtante (e dai contorni confuso) vissuta in un recente passato, ma che la rende edotta anche su misteriose pratiche esoteriche che il precedente padrone dell'appartamento si diceva fosse solito organizzare in una stanza della domora.
Da quel momento nella ragazza si scatena una furia che la farà divenire da vittima a carnefice, e protagonista di una furia incontenibile, quasi fosse mossa da una mente malvagia che la conduce sino al baratro e al limite oltre il quale anche per lei c'è il vuoto e la fine.
Ampiamente debitore di capolavori horror del passato, Rosemary's baby e Shining su tutti, Darling, suddiviso in 6 concitati sinistri capitoli (Her, Invocation, Thrills!!, Demon, Inferno e The caretaker), Darling scandisce la discesa nella follia e nel vuoto di una giovane che a sua volta custodisce i suoi segreti e le sue incapacità di adattamento verso una società fatta anche di rapporti con le persone e di tentativi di comunicazione con il resto del mondo.
"L'abisso evoca l'abisso", ed infatti una situazione di incapacità a controllarsi e a dominare i propri istinti si interseca con una misteriosa vicenda di evocazioni esoteriche, degenerando e rendendo la vittima una carnefice spietata e senza controllo, in un mondo che alla fine finisce per capovolgersi, quasi per incoraggiare una fine inevitabile già segnata e dichiarata nell'epilogo.
ottima la prova della giovane attrice tutta occhi scuri Lauren Ashley Carter, mentre ad inizio vicenda scorgiamo con una certa nostalgia, soprattutto perché vittima inevitabile di un tempo crudele che avanza, quella splendida donna ed attrice che è Sean Young, indimenticata interprete anni '80 di pochi film veramente belli, ma quasi tutti (tra questi) ultimi, veri e propri cult assoluti, che non sto a citare.
Interessante la prova registica, effettata certo, studiatissima, ma elegante con quel bianco e nero pazzesco e piena di inquadrature davvero seducenti e riuscite che evocano perfezioni artistiche di stampo quasi pittorico, opera del giovane promettente regista Mickey Keating, già attivo nell'ìhorror da diversi anni, con qualche film assolutamente da riscoprire,
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