L'agente Greenfield dell'Fbi ricatta Gator McCluski, giovanottone senz'arte né parte, e lo costringe a impegnarsi contro l'ex amico Booma McCall, boss della malavita nella città di Dunston. Assunto da McCall come esattore di tangenti, Gator cerca di assolvere il proprio compito senza violenza, con l'aiuto di Aggie, divetta della Tv, ma dopo la reazione omicida del boss passerà alle maniere forti.
Note
Burt Reynolds si autodirige in questa sua prima esperienza dietro la macchina da presa, seguito di "McClusky, metà uomo metà odio". Lo fa senza infamia ma anche senza particolari pregi, "citando" autori importanti (Aldrich, Penn, Peckinpah), ma non riuscendo a dare al film un'impronta personale.
Poche invenzioni e troppe convenzioni, anche se il finale rifiuta il vissero felici e contenti e tenta perfino la strada della lacrimuccia. La scena migliore è la scazzottata finale alle baracchine sulla spiaggia.
Prima dell'interessante "La Fine della Fine", e dell'ancora più interessante "Pelle di sbirro", l'esordio nella regia di Burt Reynolds sceglie uno dei suoi personaggi cardine e in nuce contenente già l'enorme successo di "Bandito", l'anno successivo, ovvero naturalmente il contrabbandiere e distillatore "moonshiners" di whisky clandestino, ladro d'auto e falsificato di targhe… leggi tutto
Il ritorno di McKlusky alias (Alli)Gator.Reynolds si autodirige cucendosi addosso il film che è un po'come quei pantaloni anni 70:stretto in vita a comprimere e poi un effluvio di zampe d'elefante.E'un film che parte col piede giusto ,poi il Reynolds regista si mette a citare i sacri maestri(direi soprattutto Peckinpah e Aldrich) senza rielaborarne la lezione,come uno scolaro che copia il… leggi tutto
Prima dell'interessante "La Fine della Fine", e dell'ancora più interessante "Pelle di sbirro", l'esordio nella regia di Burt Reynolds sceglie uno dei suoi personaggi cardine e in nuce contenente già l'enorme successo di "Bandito", l'anno successivo, ovvero naturalmente il contrabbandiere e distillatore "moonshiners" di whisky clandestino, ladro d'auto e falsificato di targhe…
Il ritorno di McKlusky alias (Alli)Gator.Reynolds si autodirige cucendosi addosso il film che è un po'come quei pantaloni anni 70:stretto in vita a comprimere e poi un effluvio di zampe d'elefante.E'un film che parte col piede giusto ,poi il Reynolds regista si mette a citare i sacri maestri(direi soprattutto Peckinpah e Aldrich) senza rielaborarne la lezione,come uno scolaro che copia il…
Torna Gator McKlusky in un film che non si discosta molto dall'antecedente "White Lightning" del 1973. In parte i difetti sono i medesimi, ma qui almeno si raggiunge la sufficienza per via di un migliore uso delle location, migliori scene d'azione, una presenza femminile di rilievo e una discreta dose d'ironia.
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Commenti (1) vedi tutti
Poche invenzioni e troppe convenzioni, anche se il finale rifiuta il vissero felici e contenti e tenta perfino la strada della lacrimuccia. La scena migliore è la scazzottata finale alle baracchine sulla spiaggia.
commento di sasso67