Regia di Alexandra Leclère vedi scheda film
Forte delusione per questa commedia pasticciata con qualche pretesa di satira socio-politica. Chi mi conosce sa quanto io ami pazzamente il cinema francese, di ogni genere, soprattutto per un tocco impagabile che solo i cineasti d'oltralpe possiedono. In particolare ci sanno fare con le commedie sentimentali, alcune sono davvero deliziose. Insoimma fatto sta che in questo caso la Francia ha toppato. L'operazione funziona così. Si prende un tema che è in assoluto quello più hot, quello più dibattuto di tutti: l'ondata migratoria verso l'occidente europeo e conseguenze a livello di disagio abitativo (mancanza di tetti sotto i quali ospitare chi è sfortunato). E visto che si sceglie l'opzione commedia pop pur non essendo in grado di gestire la faccenda in chiave di garbata critica sociale, allora si butta tutto in vacca, scolpendo con l'accetta figure e figurine una più stereotipata dell'altra. Il film comincia con una messa a fuoco dello sfondo sociale, e invero per i primi minuti ci si diverte anche, poi si subodora già la fregatura, e si deve subire una scarica inarrestabile di macchiette, caricature e consacrazione banalissima di luoighi comuni. Non sto neanche a dirli, anche perchè poi diventa insopportabile vedere il borghese reazionario con Le Figaro sottobraccio o il radical chic che legge sempre LIberation. Poi -ovvio- si cerca di ribaltare e di contaminare i ruoli, come ampiamente prevedibile. Ma senza mettere a segno nessun dardo satirico che possa scalfire o graffiare alcunchè. Gli attori sono (così ho letto) sicuri mestieranti ma ai miei occhi sono apparsi per lo più mediocri e -oltretutto- doppiati in modo infimo. I personaggi scritti senza alcuna passione o partecipazione. Intendiamoci: se uno è di bocca buona si può anche "bere" questa commedia ma chi conosce minimamente qualcosa di cinema non può che rigettare un simile repertorio di forzature nel costruire questa scontata parata di ritratti sociali. Alla fine, sfiancati da questi personaggi sciocchi, si esce dalla sala infastiditi. Onestamente, devo però riportare che in patria il film ha fatto incassi favolosi. Ma i numeri non hanno sempre ragione. Se pensiamo che una cagata come "The Dressmaker" ha fatto incetta di premi nella sua Australia.
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