Trama
Durante un inverno più rigido del solito, il governo francese emana un decreto per richiedere ai cittadini più fortunati di accogliere nelle loro case i loro concittadini in situazione precaria. Ciò porterà il panico in ogni piano di un lussuoso palazzo della capitale.
Approfondimento
BENVENUTI... MA NON TROPPO: LA PAURA DELL'ALTRO
Diretto e scritto da Alexandra Leclère, Benvenuti... ma non troppo racconta di come, a causa di un inverno particolarmente rigido, il governo francese induca misure speciali che obbligano i cittadini proprietari di appartamenti con stanze libere ad accogliere le persone più disagiate che non possono permettersi un alloggio. Un vento di panico si scatena in tutta la Francia, soprattutto al civico 86 di rue du Cherche Midi, dove sorge un lussuoso palazzo dell'area più esclusiva del centro parigino. Qui abitano la famiglia Dubreuil, d'estrazione borghese e conservatrice, e i coniugi Bretzel, intellettuali e radical chic. La monotonia del condominio verrà messa a soqquadro da questa coabitazione forzata, e nel confronto con i nuovi arrivati gli inquilini benestanti scopriranno la loro vera indole.
Con la direzione della fotografia di Jean-Marc Fabre, le scenografie di Anne Seibel, i costumi di Jacqueline Bouchard ed Eric Perron, e le musiche originali di Philippe Rombi, Benvenuti... ma non troppo viene così raccontato dalla regista: «L'idea mi è venuta sette anni fa, con sempre la stessa idea che attraversa i miei film: quella di un piccolo impegno imposto ai personaggi, l'obbligo alla solidarietà. Avevo scritto una primo soggetto di una decina di pagine, che ho sottoposto a un produttore ricevendo come risposta: “Lascia perdere, nessuno ci crederà mai, è impossibile che sia prodotta una cosa del genere”. Quindi ho abbandonato questo progetto per qualche anno, il tempo che ho usato per realizzare un altro film (Maman), convincendomi del fatto che non era la pellicola per me per due diverse ragioni. La prima era la reticenza che sentivo intorno a me quando ne parlavo. La seconda, perché c'erano tanti personaggi in questa storia, io che amo tanto le opere che si svolgono in un unico spazio, e perché mi allontanavo dei miei soggetti preferiti, cioè la famiglia e la coppia. Ma dopo Maman, avevo voglia di tornare alla commedia e siccome sono testarda e credevo nella mia storia, mi ci sono buttata. L'ho scritta da sola, senza accordi, e l'ho fatta leggere al produttore Philippe Godeau, che mi ha detto di sì.
Ognuno dei miei personaggi simboleggia le nostre piccole viltà, la nostra coscienza, i nostri impegni esterni e soprattutto la nostra riluttanza ad accogliere da noi persone svantaggiate. Di fronte all'obbligo di ospitare i diseredati, i miei personaggi si evolvono tutti nel corso della storia e alla fine arriviamo, nonostante i loro difetti, a capirli e amarli. Un personaggio non deve mai essere monolitico, altrimenti diventa rapidamente molto fastidioso. Si deve essere in grado di guardare la vita come la gente: da punti di vista diversi. Vorrei che Benvenuti... ma non troppo fosse percepito come l'ho concepito io: una commedia pura che fa riflettere.
Tutti gli attori che sono nel mio film sono persone che stimo e di cui apprezzo il lavoro. I Bretzel sono interpretati da Valérie Bonneton e Michel Vuillermoz mentre i borghesi Dubreil sono portati in scena da Didier Bourdon e Karin Viard. Patrick Chesnais impersona un vecchio omosessuale solitario, Josiane Balasko la custode fascista, Anémone e Jackie Berroyer i coniugi pensionati Abramavitch (che in preda alla paura preferiscono scappare da casa propria piuttosto che ospitare uno sconosciuto)».
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Commenti (3) vedi tutti
Vorremmo accogliere in casa nostra degli estranei per un'emergenza?
leggi la recensione completa di OsmantusCommedia tipicamente francese,nell'accezione migliore del termine.
leggi la recensione completa di Furetto60Verboso,noioso,insopportabilmente archetipico, scontato, infinito. Tutto il peggio del cinema francese in un unica inutile pellicola.
commento di Chiappo