Regia di Sophon Sakdaphisit vedi scheda film
E' una serie di immagini idilliache l'inizio di Ladda land, nome del sobborgo residenziale così simile a tanti quartieri residenziali d'oltreoceano. Il sogno di una casa di proprietà, un buon lavoro, una bella macchina e soprattutto una bella famiglia. La primissima parte del film offre un senso di appagamento tipico delle persone arrivate. Il coronamento, appunto, di un sogno di benessere sociale.
Quello che mi ha colpito in positivo è l'inserimento della tematica horror all'interno di un tessuto sociale ben preciso: il benessere raggiunto mostra la fragilità delle sue basi che erodono tutto ciò che era stato raggiunto, gli equilibri diventano precari, tanto basta poco per far crollare quello che è stato faticosamente costruito. Rate del mutuo da pagare, il lavoro sicuro che non è più tale, l'insofferenza dei familiari.
E' un lento e graduale logorio. La famiglia subisce quindi una sorta di accerchiamento di fatti di sangue che pur non trovando spiegazioni palesi, se ne intuiscono fin troppo bene le cause, perchè sono la fotocopia o quasi di quello che accade alla famiglia protagonista sotto i nostri occhi.
I fantasmi sono l'altra faccia del sogno diventato incubo che cambierà nel profondo l'atmosfera solare della prima parte, fino a farla diventare sempre più spettrale nella seconda. Anche tecnicamente il film mi è sembrato pregevole, in primo luogo perche la struttura è solida e malgrado la lunghezza un po' sopra la media, il film si lascia vedere che è un piacere. In secondo luogo riesce a creare un clima di suspence palpabile accompagnato da almeno due o tre sobbalzi dalla sedia. Sarà che forse ero partito con aspettative basse, ma ho veramente apprezzato questo film.
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