Regia di Giuseppe Taffarel vedi scheda film
Cortometraggio di un autore ingiustamente poco conosciuto, Giuseppe Taffarel, attivo nel cinema principalmente come attore fin dagli anni Quaranta, ma capace di girare una manciata di lavori - tutti di breve durata - di un certo spessore nel corso degli anni Sessanta. Questo Voci è lo straziante ritratto di un anziano a cui la sorte ha tolto moglie e figlio, che dialogando mentalmente con i due si chiede cosa rimanga a fare al mondo. Tocco delicatissimo, poesia minimale, un verismo crudo di fondo che fa apparire il lavoro più vecchio di quanto in effetti sia, apparentandolo senza troppa fatica al neorealismo sviluppatosi nel secondo dopoguerra. Il limite principale dell'operazione risiede nell'espediente narrativo alla lunga poco accattivante: un quarto d'ora di sole voci fuori campo può bastare e Taffarel è bravo a controllare la durata del suo film. Il regista dimostra in questa occasione, ancora una volta, il suo particolare interesse per le problematiche sociali, alla ricerca di un cinema non solo di intrattenimento (in fin dei conti Voci è pur sempre un prodotto esteticamente gradevolissimo), ma anche di indagine e di denuncia. 6/10.
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